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DAL 2010 AD OGGI: MILAN-ALLEGRI, STORIA DI UN AMORE AL CAPOLINEA

Arianna Alborghetti

Separati in casa: questa probabilmente è la definizione migliore per descrivere la situazione tra la Società rossonera e Massimiliano Allegri. Vivono ancora sotto lo stesso tetto, forse per non peggiorare la situazione, ma di fatto...

Separati in casa: questa probabilmente è la definizione migliore per descrivere la situazione tra la Società rossonera e Massimiliano Allegri. Vivono ancora sotto lo stesso tetto, forse per non peggiorare la situazione, ma di fatto non si amano più. Il divorzio è solo una questione di tempo: sicuro a fine stagione, imminente se la squadra perderà col Chievo (col Barcellona ci sarebbero delle attenuanti...). L'amore sbocciò nel giugno 2010: dopo l'addio di Leonardo, il club rossonero comunicò sul sito ufficiale che la scelta per il successore era ricaduta sul tecnico livornese. L'esordio fu dei migliori: 4-0 in casa con il Lecce, poi una cavalcata inarrestabile verso lo Scudetto: prima campioni d'inverno e poi d'Italia con due giornate d'anticipo (7 maggio 2011). Poi arrivò la vittoria in Supercoppa italiana nel derby cinese, vinto 2-1 dai rossoneri. La critica elogiava le doti di Allegri: terzo allenatore più giovane ad aver vinto lo Scudetto (dopo Mancini e Conte), inserito tra i candidati per il Pallone d'Oro FIFA per gli allenatori nel 2011 e una valanga di premi vinti in Italia, sembrava l'inizio di un vero amore. Anche nei momenti più bui, Società e allenatore sembravano aver fatto sempre fronte comune: uniti contro i fischi di San Siro per gli avvii incerti ad inizio stagione, la squadra, recuperata la forma, si riprendeva con decisione a Campionato inoltrato. Ma evidentemente la Società non ha mai digerito effettivamente queste debolezze, dopo l'idillio iniziale, Allegri ha perso pian piano la fiducia dell'ambiente, dai dirigente sino ai giocatori. Ad oggi, il mister livornese è di fatto un ex, con le valigie già pronte, ma che resta ancora in casa per prendersi le colpe e proteggere la squadra. Sarà lui il capro espiatorio della pessima stagione rossonera, ormai gravemente compromessa, ma si sa che le colpe non possono essere solo sue. E quando un amore finisce, non resta che consolarsi altrove.