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GALLIANI POTREBBE LASCIARE PRIMA DELLA FINE DEL CAMPIONATO, MA E’ LA SQUADRA CHE DEVE CAMBIARE ROTTA. MARTEDI’ LA PROVA DEL NOVE

Marilena Albergo

This is the end, twitta Mario Balotelli e forse ha ragione. Ma non è la fine di Supermario con la maglia del Milan (per quello bisognerà aspettare forse giugno…), bensì la fine di questa squadra, di questo allenatore e...

This is the end, twitta Mario Balotelli e forse ha ragione. Ma non è la fine di Supermario con la maglia del Milan (per quello bisognerà aspettare forse giugno...), bensì la fine di questa squadra, di questo allenatore e di questa società. Galliani sorride sornione e troppo tranquillo davanti alle telecamere, come se si fosse messo già l'anima in pace, come se, ormai, lui fosse solo un tifoso che assiste all'ennesima partita della sua squadra. Probabilmente l'ad rossonero è consapevole che a giugno (o prima...) non farà più parte di questa realtà e che la patata bollente passerà in altre mani, quelle di Maldini o di Albertini poco importa. Non sarà più affar suo, soffrirà e gioirà da semplice supporter del Milan. E' la fine però anche di questa squadra, giunta al capolinea. Capello ha detto: "Un ciclo non può durare oltre i cinque  anni", quello di Allegri durerà quattro (se tutto va bene). Il tecnico milanista lo sa che quest'anno sarà l'ultima, ma non molla e vuole lottare fino alla fine. La squadra forse non è più totalmente con lui. Chi l'aveva sostenuto fino a pochi mesi fa, forse ora l'ha abbandonato. Il gioco non c'è, le idee neppure, e questo è da imputare all'allenatore. Ma anche i giocatori hanno le loro colpe, eccome. Sembrano poco concentrati e affatto volenterosi. Svogliati in campo e spesso troppo attivi fuori. Vedi Balotelli, fan di Twitter anche alle 5 del mattino. Arriva tardi all'allenamento (come Robinho) e poi in campo è quel che è. Doveva essere il trascinatore, il fuoriclasse di questo Milan e invece cosa fa? Gioca svogliato e poco attento. Sbaglia il secondo calcio di rigore e non incide sulla partita. E questo sarebbe un giocatore da pallone d'oro, più forte di Messi e Ibra (come ha dichiarato lui)? A gennaio probabilmente rimarrà, per dare almeno una piccola mano alla squadra; a giugno potrebbe abbandonare la maglia che ha tanto desiderato, di certo, non avrà problemi a trovare un altro club. Sta di fatto che, Balotelli a parte, bisogna fare qualcosa, ma questo si sa e lo sanno tutti, tifosi in primis. Il vero leader di questa rosa, Ricardo Kakà, ha promesso ai tifosi impegno e vittorie. Martedì la prova del nove.