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Di seguito ecco l'intervista rilasciata da Mino Raiola, procuratore di Mario Balotelli, per il Corriere della Sera
"Non è vero che ho chiesto al Liverpool una percentuale esagerata. Con gli inglesi c’è una trattativa molto fluida, corretta, basata sui contenuti. Va avanti da tre mesi. Non è uno scoop. Il Liverpool è sempre stata l’unica squadra che ho trattato per Mario in Inghilterra. Mario non avrà un contratto diverso dagli altri giocatori del Liverpool: dovrà rispettare il codice di comportamento del club come tutti gli altri. Il mio dovere è non fare mai nulla che danneggi la carriera del mio cliente. Non ho mica giurato di dirvi la verità davanti al notaio! Mi piace essere onesto, però. Tre giorni fa non c’era niente in ballo: si parlava del Liverpool ma non c’era un’offerta. Se tu mi chiedevi se c’è un’offerta, io rispondevo di no. Se tu mi chiedevi se stavo parlando con il Liverpool, io rispondevo di sì. La verità è che sto lavorando su Mario da mesi: era arrivato il momento di divorziare dal Milan”.
Sull'addio di Mario dal Milan: "Non c’è stato un fatto, un avvenimento, una litigata. Niente di niente. Non è vero che si sono incrinati i rapporti. Io sono sempre stato negativo sul ritorno di Mario in Italia: la pressione, le aspettative, la stampa... Giocare in Italia per lui è molto più pesante che all’estero. Ma aveva insistito Mario: dal City voleva andare al Milan. E tra procuratore e giocatore decide sempre il cliente”.
Come si è lasciato lei, Raiola, con le due anime del Milan? “Con Galliani facciamo grandi litigate perché sul lavoro è spietato: non guarda in faccia nessuno”.
Lei invece al tavolo della contrattazione è un vecchio gentleman di campagna... “Mi lasci finire. Per l’uomo Galliani nutro rispetto e amicizia. Al Milan non posso rimproverare niente. È una grande società. Mario ha giocato bene 6-7 mesi, dando un apporto determinante per andare in Champions. Ma poi si è visto che non è pronto per essere un leader”.
Lo sarà mai, secondo lei? “Non sta scritto da nessuna parte. Ho cercato per lui una squadra dove può essere un elemento importante senza che gli chiedano di fare il leader. Il Liverpool ha Gerrard: lì Mario sarà protetto e potrà esprimersi al meglio. Ora tocca a lui. Un altro flop non è consigliabile...”.
Che durezza con il suo cliente. “Non tutti sono nati per essere leader. E non sempre un buon attaccante lo è. Mario ha bisogno di togliersi dalle spalle questa pressione: deve sentirsi libero di fare gol e basta”.
Liverpool è l’ultima spiaggia? “Ad altissimo livello sì. O la va o la spacca”.
E se la spacca? “Mario ha 24 anni. Non ha più l’alibi dell’età”.
Torniamo al Milan e alla sua metà femminile. “Barbara mi ha molto deluso”.
E viceversa, pare. “È sempre cordiale e elegante, ci avrò parlato tre volte in vita mia. Io sarò fatto male, però le cose me le devi dire in faccia. E invece mi sono state riferite cose scorrette da addebitarmi”.
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