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Un allenatore bravo è un allenatore che fa pochi danni: questa massima è sempre stata incorniciata su misura per chi, pur avendo campioni a disposizione, non è riuscito a portare a casa adeguati risultati. Evidentemente, non può essere questo il caso del Milan, uscito sconfitto con un 5-1 totale dall'Atletico Madrid: dove sono, in questo caso, i campioni?MALAFEDE - Ecco perchè, parlare di Clarence Seedorf a sproposito è forse malafede: nei 180 minuti contro i Colchoneros di Simeone, questo Milan se l'è giocata spesso alla pari, riuscendo a totalizzare un 65% di possesso palla in trasferta nella prima mezzora e mettendo a nudo con pali e traverse le pecche dei madrileni. Poi, giustamente se vogliamo, è venuto fuori il valore assoluto, in primis dell'attacco: se hai Diego Costa, umile ma potentissimo soldato, senza creste e orecchini, con l'unica ambizione di fare gol, allora un tris è assicurato, su una media di 6-7 palle gol prodotte in 180 minuti.Come dicevamo, appunto, la differenza la fanno i campioni, e l'ispanico-brasiliano è sulla buona strada di diventarlo.IL COCCO PRESIDENZIALE - Tornando a Seedorf, oggi si ritrova con idee tattiche oggettivamente interessanti, che un po' alla volta sta provando ad applicare (a volte con profitto, vedi gol di Kakà al Calderon), ma che vanno a scontrarsi con decisione con la mediocrità di una rosa non costruita da lui: Clarence, che è il cocco del Presidente, meglio ricordarlo, non ha avuto a disposizione nè un mercato estivo in cui fare piazza pulita, nè una preparazione atletica completa, nè un periodo in cui provare un sistema di gioco da capo, basato su idee completamente opposte rispetto alla precedente gestione.CRACCO - E' come un concorrente di Masterchef che ha dovuto cominciare a cucinare con una Mistery Box composta al peggior discount: ma il vero problema è che in Italia, tutti questi Cracco, Barbieri, Bastianich per poterlo giudicare, in realtà non ci sono. Fin quando ci si aggrapperà al campanile e non ci sarà l'onestà di capire che il Milan ha espresso il reale livello, non solo di sè, ma soprattutto del calcio italiano, non si crescerà mai.ABISSO ITALIANO - Da anni, sporadiche eccezioni a parte (Milan 2007, Inter 2010), le Italiane sono abituate a queste figure barbine, con squadre anche più competitive di quella del povero Seedorf: senza contare chi, come l'Udinese, per anni ha sottratto un posto in Champions per uscire puntualmente ai preliminari, le big del nostro campionato sono state sempre eliminate con campioni in rosa come Ibrahimovic, Thiago Silva, Milito, Sneijder, Lavezzi, Cavani, Totti, De Rossi, Tevez, Vidal... Oggi il campione di questa squadra e della Nazionale, teoricamente, si chiamerebbe Balotelli. Già, Balotelli. E poi la colpa sarebbe pure di Clarence...
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