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EMERY, UN UOMO DA SVOLTA: IL MILAN CERCA UNA “MENTALIDAD GANADORA”

Redazione

Se l’assoluto e unico re dei “mercatari” italiani, Gianluca Di Marzio, stimato collega di Sky Sport (ma anche un amico), fa un nome, non lo fa per caso: a maggior ragione se quel nome è totalmente inaspettato, clamoroso e...

Se l'assoluto e unico re dei "mercatari" italiani, Gianluca Di Marzio, stimato collega di Sky Sport (ma anche un amico), fa un nome, non lo fa per caso: a maggior ragione se quel nome è totalmente inaspettato, clamoroso e quindi fragoroso. Unai Emery al Milan? Si può. Che non vuol dire necessariamente "si fa", perchè il mercato insegna che tutto, finchè non è messo nero su bianco è astrazione, ma già parlarne fa un effetto diverso.FINALMENTE UN CANDIDATO VERO - Mettendo per un attimo nell'angolo le motivazioni dell'eventuale esonero di Clarence Seedorf, la più grande obiezione di chi è un tifoso del Milan, non di Seedorf, è sempre stata: "Ma chi mettiamo al suo posto?". Rispondere "Unai Emery" potrebbe davvero zittire anche il più acceso sostenitore dell'olandese. Basco di Hondarribia, Emery ha tutto ciò che un tifoso può chiedere al suo mister: DNA vincente in primis, ma anche idee chiare, preparazione tattica ed esperienza. A soli 42 anni, il suo curriculum parla già di imprese importanti: ha fatto la storia del Lorca, piccolo club in cui ha chiuso la modesta carriera da giocatore, portandolo prima in Segunda Division e poi a un passo dalla Primera. Un traguardo raggiunto con l'Almeria, per la prima volta nella storia del club, nel 2007 e confermato con uno scintillante ottavo posto nella stagione successiva, quella che gli ha spalancato la porta del Valencia: al Mestalla, Emery ha fronteggiato una situazione da coma profondo, che in confronto quella del Milan attuale sembrerebbe rosea. I risultati hanno parlato per lui, più che quelli finali (in cui comunque si è piazzato sempre a ridosso delle big, a dispetto di cessioni illustri), quelli nelle singole partite con il Barcellona: mai nessuno ha messo così tanto in difficoltà Guardiola, all'apice del suo tiki taka.MIRACOLI OVUNQUE - Merito di una preparazione tattica scrupolosa e di una intelligente gestione del gruppo: nessuno si è mai sentito ai margini della squadra nel Valencia come nel Siviglia di quest'anno, in cui, esattamente come al Mestalla, Emery ha rivitalizzato carriere di "mezzi giocatori" designati, lanciandoli sull'alto palcoscenico europeo. Da Fazio a Rakitic passando per Bacca, tutti gli sono debitori: poi, a fine stagione, la differenza la fanno i dettagli... Eppure anche quelli sono stati dalla sua parte, con il successo ai rigori a Torino che è stato il culmine di un'annata pazza fatta di rimonte al cardiopalma e momenti di schizzofrenia calcistica acuta.IL "NUOVO GARCIA" - Chi ha voluto Rami al Valencia? Risposta... Unai Emery. E se il basco fosse rimasto, probabilmente il francese non avrebbe avviato quel processo di ammunitamento alla gestione Djukic che poi l'ha portato al Milan. Al di là del centralone rossonero comunque, Emery ha sempre saputo gestire campagne acquisti intelligenti e con il giusto mix di gioventù ed esperienza. Lo voleva Walter Sabatini, uno che di allenatori ha dimostrato di capirne alla grande, vedi Rudi Garcia: proprio come il francese, Emery potrebbe trasformare un gruppo senza capo nè coda in un'armata da scudetto, con un paio di accorgimenti giusti. Prima mossa: restituire al Milan quella "Mentalidad Ganadora" che ha trasformato nel titolo del suo libro, un autentico trattato tattico e motivazionale.Francesco Letizia (@fraletizia)