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FINALMENTE SULLA CRESTA DELL’HONDA: PER IL FUTURO, UN “SATRAPO” SAREBBE GRADITO

Redazione

“Io penso che un uomo fa ciò che può finché il suo destino non si rivela”, diceva a Katsumoto un barbuto Tom Cruise ne “L’ultimo Samurai”: a Marassi, o forse anche qualche giorno prima, il destino...

"Io penso che un uomo fa ciò che può finché il suo destino non si rivela", diceva a Katsumoto un barbuto Tom Cruise ne "L'ultimo Samurai": a Marassi, o forse anche qualche giorno prima, il destino ha iniziato a rivelarsi per il nostro Samurai, Keisuke Honda.ADESSO IL GOL DA FUORI AREA - Sarà presto per avere il "mea culpa" definitivo di chi, dimostrandosi totalmente impreparato sul calcio estero, lo aveva bollato come un colpo unicamente mediatico, ma quei tromboni sono già stati zittiti con i fatti: non appena ha acquisito una condizione fisica accettabile, Keisuke ha iniziato a far valere la sua tecnica sopraffina, mettendo però al servizio della squadra anche la capacità di rincorrere l'avversario e coprire in fase difensiva. Sacrificio, cultura del lavoro e piedi buoni, queste da sempre le caratteristiche dell'ossigenato: inutile dunque aspettarsi scatti fulminei o dribbling nello stretto, significa ulteriormente sottolineare di non conoscere il giocatore. Un passo in avanti però è lecito aspettarselo nel coraggio di trovare una stoccata da fuori area: è un colpo che è sempre stato nella faretra di Kei, ma per cui serve una tranquillità che non ha ancora raggiunto il 100%. Nel frattempo però, l'ambientamento procede bene: la cena a base di sushi offerta a mezza squadra ha portato bene e dimostra come, pian piano, Honda sia sempre più "milanese" e soprattutto Milanista, pronto a diventare a tutti gli effetti un senatore del Milan che verrà per diversi anni. Il merito straordinario è probabilmente delle due persone più carismatiche del gruppo: il Mister, Clarence Seedorf, e il Capitano, Ricardo Kakà.ALTRO CHE "MESSI IRANIANO" - Con un'Europa League da raggiungere, è giusto però iniziare a pensare al mercato e in tal senso è di buon auspicio il rumor che mette in pole il giovane talentino Serdar Azmoun: iraniano, Azmoun è un classe 1995 che non appena diventato maggiorenne è volato alla corte del Rubin Kazan, per 100mila euro. Figlio di un ex nazionale di pallavolo, è già stato battezzato "Il Messi Iraniano" e mai soprannome fu meno azzeccato: se appiccicare etichette simili è già di per sè fastidioso, lo è ancor di più se il ragazzo in questione ha un fisico totalmente diverso (un metro e 80 circa, con la possibilità che guadagni ancora qualche centimetro) e caratteristiche tecniche diverse. Come ha giustamente ricordato in un'intervista, il mito di Azmoun è Zlatan Ibrahimovic, del quale non ha la potenza e la struttura, ma ne riprende vagamente la spregiudicatezza tecnica: ambidestro, ama giocare su tutto il fronte d'attacco ma partendo da attaccante centrale atipico ed è capace di dribbling funambolici.OCCHIO AI TEDESCHI - Con un contratto in scadenza il prossimo anno, il Rubin potrebbe pensare di cederlo di fronte a un'offerta interessante, sperando che Queiroz, tecnico dell'Iran, non decida di farlo debuttare in Nazionale per i Mondiali. Lì, Azmoun potrebbe incontrare proprio Messi, visto il sorteggio, ma anche un abbordabile Nigeria contro cui mettersi in luce ed il prezzo potrebbe lievitare a dismisura. Suggestiva l'idea che un talento così lucente venga da una terra che finora di soddisfazioni se n'è tolte poche, se non in Asia: proprio i precedenti però devono allarmare il Milan, considerando che i mostri sacri del calcio persiano hanno vissuto un'era d'oro in Germania. Da Ali Daei e Ali Karimi, arrivati anche a vestire la maglia del Bayern Monaco, passando per Mehdi Madhavikia, che ha fatto la storia dell'Amburgo, tutti hanno attirato i riflettori ben più del "nostrano" Rezaei e questo potrebbe far drizzare in fretta le antenne ai dirigenti della Bundesliga. Di certo però al grande Carlo Pellegatti non mancherebbero gli spunti per un soprannome: "Ciro il Grande" o semplicemente "Il Satrapo", sarà un piacere pescare in millenni di storia gloriosa.Di Francesco Letizia (@fraletizia)