Nell’ottimo articolo di Gianni Dragoni per il Sole24Ore di Mercoledì 9 Luglio scorso, si evidenzia come il rosso del Milan sia sostanzialmente raddoppiato, nell’ultimo esercizio, in cui sono drasticamente aumentati sia i debiti che le perdite. Questo però non ha impedito alle banche di dar fiducia alla società controllata dalla Fininvest di Silvio Berlusconi.
archivio2014
FOCUS PM – MILAN: CONTI DA PAURA, MA IL MERCATO E’ SALVO
Analizzando i numeri del bilancio balza all’occhio come il rapporto tra debiti totali e produzione (che oltretutto diminuisce, così come quasi tutte le altre voci d’entrata) sia superiore ad 1, per usare un termine algebrico, ovvero come i debiti totali superino il fatturato dell’azienda Milan. Questo ha come conseguenza immediata la dilazione dei pagamenti, ovvero la ritardata estinzione dei debiti stessi. Si vede, inoltre, come la società sia sopravvissuta, negli ultimi anni, grazie ad operazioni cosmetiche, come la vendita, nel 2005, del brand Milan alla controllata Milan Entertainment, con una plusvalenza che sfiora i 200 M€.
Inoltre il rapporto tra debiti e crediti è di circa 3, cioè i debiti sono 3 volte superiori ai crediti, il che evidentemente suggerisce come la finanza sia tesa e la società di via Aldo Rossi abbia sete di liquidità. Un patrimonio netto negativo (-66,92 M€) non consentirebbe a nessuna azienda di sopravvivere, questo significa che serve un’iniezione di capitali da parte della proprietà, per portare il patrimonio netto in territorio positivo, anche se di poco.
Una normale società con questi numeri non potrebbe mai continuare il suo esercizio. Il Milan sì, perché è il Milan… Questo nome, questo simbolo, questo emblema vanno oltre le mere cifre e vivono di una rendita anche d’immagine costruita, nel tempo, sui successi sportivi, ma vieppiù sull’entusiasmo delle persone, dei milioni di tifosi. Ciò non significa che il credito sia illimitato e che si possa sfuggire alle sempre più stringenti regole della finanza globale. Significa, però, che istituti come la Banca Popolare di Sondrio si siano resi disponibili a concedere una linea di credito per svariate decine di milioni di euro nel 2014. Per citare ancora una volta l’articolo apparso sul Sole24Ore, si tratta di finanziamenti legati al factoring, ovvero all’anticipo di liquidità sulla base della cessione pro-solvendo dei crediti, derivanti dalla vendita dei diritti televisivi e di alcuni pacchetti pubblicitari.
Se l’ipotesi della ricapitalizzazione sia seriamente presa in considerazione dagli azionisti non è dato saperlo, ma sembra inevitabile rimediare ad un simile rosso di bilancio. Serve un intervento che aggiusti la finanza nell’immediato, ma ancor più serve una pianificazione strategica, come evidenziato nei giorni scorsi, che consenta in futuro di aumentare i ricavi e di razionalizzare spese e debiti, sull’esempio virtuoso dei principali top team europei e, in Italia, della Juventus.
Intendiamoci: la situazione non è allarmante né lo sarà in un prossimo futuro. La società farà le mosse necessarie per sistemare i conti e troverà anche i fondi per investire sul mercato. Le precedenti considerazioni devono essere lette come una sorta di analisi tecnica per addetti ai lavori, volta a mettere in evidenza come il mondo del calcio sia ancora immune a certe imposizioni e regole, per così dire, che metterebbero in crisi qualsiasi società “normale”. Deve anche servire come monito e, al tempo stesso, auspicio per il futuro: nel calcio moderno serve una gestione strategica di alto livello. Non basta più il mecenate tifoso, alla Berlusconi negli anni ’80 e ’90, che paga di tasca propria i migliori giocatori in circolazione. Nel 2014 la gestione necessita di un team di manager capaci, un mix di persone con caratteristiche diverse, qualche Gordon Gekko, qualche Mario Draghi, qualche Alan Greenspan e, magari, uno Zio Paperone, che sappia leggere ed interpretare tecnicismi, ma che ponga il cuore e l’aspetto affettivo prima di tutto. Questo sarà garanzia di successo, perché la finanza da sola non basta: serve entusiasmo!
In ultima analisi servono pesci subito, per saziare un digiuno prolungato e profondo, ma ancor più è necessaria una buona canna da pesca, per garantire un futuro libero dai crampi della fame, sia essa finanziaria o sportiva. Barbara Berlusconi lo ha più volte sottolineato, anche in questi giorni, soprattutto in relazione a Casa Milan. Da un bilancio in rosso, insomma, si può partire per tracciare una strada che conduca ad un nuovo e duraturo successo rossonero.
Andrea Bricchi
(Twitter: @andreabricchi77).
© RIPRODUZIONE RISERVATA