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IL PARADOSSO DEL CENTRAVANTI: MA SERVE DAVVERO?

Congedato, con una bella lettera di ringraziamento, Mario Balotelli (24), da ieri ufficialmente un giocatore del Liverpool, il Milan è alla disperata ricerca, in questi palpitanti giorni di calciomercato, di un nuovo centravanti. Come...

Daniele Triolo

Congedato, con una bella lettera di ringraziamento, Mario Balotelli (24), da ieri ufficialmente un giocatore del Liverpool, il Milan è alla disperata ricerca, in questi palpitanti giorni di calciomercato, di un nuovo centravanti. Come sovente accade in questo periodo, l'amministratore delegato all'area sportiva, Adriano Galliani, aspetta gli ultimi giorni, le ultimissime ore, per muoversi con concretezza: se qualche volta tale tattica ha pagato (vedasi l'arrivo di Ibrahimovic a condizioni vantaggiose nell'agosto 2010), sempre più spesso, invece, i rossoneri si sono dovuti accontentare di quanto passava il convento, costretti a fare i conti della serva ed a sperare nella generosità di qualche procuratore o presidente amico.

Adesso, la situazione sembra ripetersi: venduto SuperMario a meno di 20 milioni (è stato realmente un affare?), il Milan si è visto chiudere le porte in faccia, nell'ordine, per Jackson Martinez (28), per il quale il Porto chiede il pagamento della clausola rescissoria di 35 milioni di euro e per Mattia Destro (23), con la Roma disposta a trattarlo a partire da un'offerta di almeno 25 milioni. Sfumato quasi subito il sogno di vedere 'El Tigre' Radamel Falcao (28) in rossonero: troppo alto l'ingaggio percepito dal cannoniere colombiano, inaccessibile il costo del suo cartellino. Quindi? Naturalmente, si elemosinano prestiti in giro per l'Europa: l'ultima strada porta allo spagnolo Fernando Torres (30), del quale il Chelsea si libererebbe volentieri, ma il giocatore vorrebbe trasferirsi in Italia soltanto se gratificato da un triennale, e da un trasferimento a titolo definitivo. Vedremo l'evolversi della vicenda.

Nell'attesa di capire chi sarà il nuovo 'numero 9' nello scacchiere tattico di Filippo Inzaghi, che ha espressamente richiesto la presenza di un uomo da area di rigore, quello che balza agli occhi alla luce del precampionato del Milan è come, forse, quel tipo di giocatore, non sia poi proprio indispensabile. L'allenatore ha provato il 4-3-3 per tutta l'estate, con risultati altalenanti: disastroso fino a Valencia, e con segni di risveglio nel recente Trofeo TIM: esattamente quando invece di giocare con un classico centravanti, vale a dire Giampaolo Pazzini, ha schierato Jérémy Menez nel ruolo di falso nueve. Il francese si è fatto apprezzare da Inzaghi per la sua duttilità tattica, che gli permette di ricoprire più posizioni nel tridente d'attacco, tra le quali quella di centravanti, appunto, e per la sua mobilità, che ha consentito l'apertura di spazi molto invitanti per gli inserimenti, dall'esterno, di Stephan El Shaarawy e Keisuke Honda, guarda caso entrambi in gol nelle amichevoli contro Juventus e Sassuolo. Il faraone, su tutti, è sembrato più 'libero e felice' di esprimersi accanto a Menez, correndo meglio rispetto a quanto ha sempre fatto accanto al Balotelli o al Pazzini di turno. Come se l'ingombrante presenza di un riferimento per vie centrali limitasse, di fatto, la creatività e l'ingegno sugli esterni. Menez garantisce inventiva, intelligenza e tecnica, e potrebbe seriamente insidiare Pazzini sulla strada verso la titolarità.

Oltretutto, il 'Pazzo' presto dovrà sgomitare anche con un altro attaccante per conquistarsi un posto al sole. A questo punto, lanciamo una provocazione alla società. Perché non aver insistito davvero con l'acquisto di Samuel Eto'o (33)? Il camerunense, virtualmente rossonero per qualche ora, e poi lasciato andare all'Everton, avrebbe garantito gol, esperienza, dimestichezza nel ruolo di bomber, ma anche tanta corsa e dinamismo al servizio dei compagni di squadra: per una squadra che sembra mancare di progettazione, e che vive anno per anno di prestiti o parametri zero, avrebbe avuto più senso tecnico e tattico, forse, mettere sotto contratto per una stagione uno degli attaccanti più forti e vincenti in Europa negli ultimi 15 anni.

Daniele Triolo

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