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MILAN ECONOMY – E SE BERLUSCONI COMPRASSE CRISTIANO RONALDO?

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Abbiamo recentemente analizzato lo stato patrimoniale del Milan e provato ad ipotizzare strategie commerciali che consentissero, sul medio e lungo periodo, un’impennata dei ricavi e, di conseguenza, della disponibilità finanziaria....

Redazione

Abbiamo recentemente analizzato lo stato patrimoniale del Milan e provato ad ipotizzare strategie commerciali che consentissero, sul medio e lungo periodo, un’impennata dei ricavi e, di conseguenza, della disponibilità finanziaria. L’obiettivo è chiaro: avere i mezzi per competere sul mercato ai massimi livelli.Il Milan del primo Berlusconi, quello glorioso degli olandesi e quello invincibile di Capello, si era accaparrato il meglio del meglio del calcio mondiale, al netto di Maradona (che però, in quel meccanismo perfetto, sarebbe stato una nota stonata). Se i tempi fossero ancora quelli, come sarebbe oggi la formazione del Milan? Facile ipotizzare qualcosa come: Neuer, De Sciglio, T. Silva, D. Luiz, Bale, Vidal, Pogba, Iniesta, Robben, Messi, Cristiano Ronaldo. Solo a dirlo sembra un sogno assolutamente utopistico, irrealizzabile per chiunque. Ma quel Milan non era lontano dall’avere gli undici giocatori migliori del mondo: Baresi, Maldini, Gullit, Van Basten, Rijkaard, Donadoni, Ancelotti, Tassotti… Perché oggi questo non è più possibile, nemmeno per gli sceicchi? Semplice: il mecenatismo non funziona più. Il calcio è cambiato e le squadre di club, oggi, sono aziende a tutti gli effetti. Servono strategie, pianificazione, veri e propri business plans e l’aspetto calcistico, giocato, è ora solo una delle numerose condizioni al contorno.I ricavi della società di via Aldo Rossi, su cui peraltro grava un monte ingaggi immotivatamente tra i più alti d’Italia e d’Europa, si riducono di anno in anno, di pari passo con i risultati sportivi. Tutto questo genera un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.Nel 2013 ADIDAS ha rinnovato ad AC Milan la sponsorizzazione fino al 2024, per 18 milioni all’anno. Solo una settimana fa, al contrario, la casa sportiva tedesca ha strappato il ManchesterUnited alla rivale americana Nike, per 943 M€ in 10 anni. Cioè oltre cinque volte la cifra pagata al club milanese. Perché questo enorme divario? Le ragioni principali sono due: occorreva un’offerta irrinunciabile per rompere unapartnership storica come quella che legava i “red devils” a Nike. Ma soprattutto il Manchester United ha quote di mercato tre volte maggiori rispetto al Milan. Questo significa che è stata semplicemente fatta un’operazione algebrica, al cui risultato si è aggiunto una sorta di incentivo al cambiamento. Chi vuole giocarsi i posti di prestigio nel calcio mondiale deve arrivare ad avere questi numeri.Ci sono diverse possibilità e diversi approcci: risanare i conti per investire e vincere oppure vincere per risanare i conti e poter investire? Entrambe le opzioni sono percorribili. E chiaramente i tifosi preferirebbero la seconda.A questo punto, entrando nel mondo del fantacalcio e del fantamercato, possiamo divertirci a fare un’ipotesi suggestiva: che cosa succederebbe se il Milan volesse comprare Cristiano Ronaldo?Beh, innanzitutto bisognerebbe presentarsi da Florentino Perez con almeno 200 M€ in contanti, forse anche qualcuno in più. Poi bisognerebbe garantire al giocatore un ingaggio di almeno 40 M€ (lordi) all’anno per quattro anni; diciamo 350 in tutto, grossomodo. Inoltre bisognerebbe anche garantire al talento portoghese una squadra di altissimo livello, quindi investire altri 150 milioni o più per rinforzare quasi tutti i reparti con innesti di qualità. Insomma: con poco più di 500 M€ si avrebbero CR7 ed altri cinque top players, che garantirebbero successi e, di conseguenza, guadagni in crescita esponenziale. Ovvero si avrebbe un investimento che si ripagherebbe da solo, nel giro di qualche anno.Il problema, semmai, sarebbe convincere Fininvest ed altri potenziali partners a sottoscrivere uno sforzo finanziario così gravoso, con un payback non esattamente collocabile sul breve periodo…Fantascienza? Probabilmente sì. Però accontentandosi, senza arrivare al pallone d’oro 2014, il discorso regge eccome. Dare per scontato che non si possa provare ad innovare e che certe ambizioni siano eccessive, non solo è sicuro sinonimo di insuccesso, ma è anche segno di profonda inadeguatezza rispetto alle sfide del calcio moderno. Anche senza investire 500 M€ per arrivare a Ronaldo, si possono tagliare spese ed ingaggi assurdi senza troppi complimenti. E con molto meno si può arrivare ad inserire alcuni innesti di qualità che, affiancati da giovani pieni di talento ed entusiasmo, darebbero vita ad una squadra capace di competere con tutti, perfino col Real Madrid di Ronaldo e Bale.La bufera-Conte dimostra come tutto possa essere messo in discussione in ogni momento. La Costa Rica, invece, ha dimostrato che con grinta e determinazione si può andare oltre ogni previsione. Servono coraggio e, soprattutto, dirigenti preparati ed affamati di successo.Andrea Bricchi(Twitter: @andreabricchi77)