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I tifosi del Milan lo meritano, perchè mai, quest'anno, hanno potuto dire: "Che bella serata", svegliandosi felici il giorno dopo, poter, per una mattina, tornare quelli di una volta. Il Derby si avvicina e senza essere troppo provinciali, quest'anno ha un fascino particolare proprio per quanta sofferenza ha patito il popolo rossonero e quanta ancora probabilmente dovrà patirne.Già, perchè il futuro è tutt'altro che roseo, almeno al momento. Seedorf, con la sua conferenza stampa non autorizzata, ha fatto una mossa astuta ma forse controproducente: potrebbe diventare il pretesto per dire basta, si spera in modo dignitoso e senza scendere nelle bassezze vociferate, riguardo una possibile "giusta causa". Quale sarebbe d'altronde, questa giusta causa? Quella di voler il bene del Milan e dei suoi tifosi ben più di chiunque altro, al momento? O quella di aver giustamente bollato trequarti della rosa come inadeguata? Clarence verosimilmente pagherà l'essere stato fedelissimo alla missione per cui era stato chiamato: cambiare il Milan, portare entusiasmo e azzerare l'aziendalismo e i favoritismi del tecnico precedente, che ormai aveva deteriorato il consenso dell'opinione pubblica. Poi però, chi ha scelto Seedorf è sparito: comprensibile, visti e considerati gli altri impegni, ma il suicidio preannunciato si sta pian piano verificando.Cosa resterà di questo Milan? Purtroppo tutto o quasi, perchè c'è persino il rischio che a sparire sia la parte "migliore". Mentre i giornali scrivono di un Milan "all'italiana" allenato da Inzaghi, i tifosi rabbrividiscono a pensare al ritorno dei vari Nocerino e Matri e alla "valorizzazione" degli altri scontenti: dalle rape non si cava il sangue, dice un antico proverbio che ben rappresenta la situazione. Come si può pensare di proporre Saponara e non riscattare Taarabt, di rinnovare Abate e non acquistare un terzino all'altezza? Probabilmente è un messaggio per far capire che al peggio non c'è mai limite, proprio quando l'altra parte di Milano, almeno a parole, inizia a promettere investimenti e si prepara a una rivoluzione concreta. Inutile pensare all'Europa League se i presupposti saranno questi, perchè una rosa costruita per tirare a campare non può avere prospettive e ambizioni.Lascia perplesso, in tutto questo, come si possa pensare di immolare un mostro sacro come Pippo Inzaghi. Lui, l'eroe di Atene, uno dei più amati dell'Era Berlusconi, non può accettare tutto questo, se vuole quantomeno preservare la sua immagine. Sarebbe spiacevole infatti vedere i suoi stessi tifosi metterlo nel mirino in tempi brevi, sin dal giorno del raduno: diventare il "Nuovo Allegri" sarebbe un colpo troppo pesante da digerire per tutti. No, Pippo Nostro, almeno tu, non lo fare: lascia nella mente di tutti quella splendida esultanza dopo aver messo a sedere Reina e non cambiarla con nient'altro, tantomeno con le pagine che potrebbero facilmente diventare le più tristi del Milan post fallimento.Francesco Letizia (@fraletizia)
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