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TAARABT ED ESSIEN, NON CI RESTA CHE SPERARE. CARO ROBINHO, COSI’ PERO’ PROPRIO NO

Redazione

Semplicemente più forti. Inutile andare troppo per il sottile e analizzare, azione dopo azione, i motivi della sconfitta del Milan al San Paolo: meglio fare un bagno di umiltà e ammettere ciò che il pronostico e la ragione...

Semplicemente più forti. Inutile andare troppo per il sottile e analizzare, azione dopo azione, i motivi della sconfitta del Milan al San Paolo: meglio fare un bagno di umiltà e ammettere ciò che il pronostico e la ragione già dicevano alla vigilia. Dalla serata di Napoli però, i rossoneri escono con uno stato d'animo incerto, sicuramente tutt'altro che euforico ma lontano anche da quello che i soliti tromboni mediatici aspettavano di suonare al primo passo falso pesante."Squadra in confusione", "Seedorf inadeguato" e via di luoghi comuni che, speriamo tutti, potrebbero essere rimangiati in fretta, come già avvenuto in tempi recenti con Kakà: impossibile infatti giudicare oggi un lavoro di un perfezionista come Clarence, impostato su principi così tanto diversi da quelli di Allegri, da meritare un po' di attesa in più.LA SORPRESA - Nel frattempo, teniamoci i numeri ma soprattutto l'atteggiamento di Taarabt, che tecnicamente potrebbe essere un top5 della Serie A e che se lottasse sempre col piglio visto l'altra sera, allora sì, che il Milan avrebbe trovato una variabile importante del suo gioco (troppi se, per ora). Nessuno infatti sa saltare l'uomo nello stretto come l'ex QPR e nel calcio moderno la superiorità numerica è la base di ogni progetto di successo: bene anche la voglia di Essien, apparso ancora indietro fisicamente, ma già con qualche segnale di ripresa verso una dimensione che potrebbe sorprendere tutti coloro si sono fermati a bollarlo come "vecchio".NOTE STONATE - Se qualcosa di positivo da sottolineare c'è insomma, è pur vero che sul piatto della bilancia si è fatto sentire più l'aspetto negativo: del disastro difensivo e delle lacrime di Balo avremo modo di parlare in futuro, ma ciò che mi ha infastidito di più è la sufficienza di alcuni giocatori, in primis il solito Robinho. Sono stato un grande fan di quel ragazzino che incantò il Mondo col Santos e suo sostenitore nell'arrivo al Milan proprio in virtù di quelle meraviglie, ma la maglia rossonera merita rispetto e di questi tempi non ci si può permettere arroganza e indolenza: in tal senso il rientro di Honda (aspettatelo e non deluderà) e l'inserimento più continuo di Montolivo sulla linea dei 3, possono dare a Seedorf alternative per dimostrare che a Milanello nessuno ha il posto assicurato. Capito anche tu, Mario?Di Francesco Letizia (@fraletizia)