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2015, MILAN: Odissea…nello stadio fantasma

Redazione

Il grande progetto di Barbara Berlusconi, che voleva uno stadio nuovo per il Milan, è fallito su tutta linea. Riviviamo tutta la storia

Dopo un anno di annunci entusiasti, rinvii e bandi di concorso, avremmo dovuto essere qui a brindare per il 2016 e per l'inizio dei lavori al nuovo stadio del Milan. Ma non è così. Il nuovo stadio non si farà: San Siro continuerà ad essere casa condivisa del Milan e dell'Inter. Ma facciamo qualche passo indietro, provando a ricostruire il difficile, e purtroppo inutile, viaggio verso il nuovo stadio. Viaggio paragonabile a una moderna Odissea, con Barbara Berlusconi (BB) come determinata protagonista e con la costruzione del nuovo stadio come meta finale. La storia comincia nel novembre 2014. Tra ostacoli interni (volontà mai del tutto celata di Berlusconi senior di non abbandonare il Meazza) ed esterni (la difficoltà di trovare un'area urbanisticamente sostenibile ed economicamente favorevole), è stata ufficializzata la proposta rossonera per riqualificare la zona del Portello, gestita dalla Fondazione Fiera Milano e a due passi dalla neonata Casa Milan.

A dicembre però compare un grande nemico: viene formato il Comitato No-Stadio da alcuni residenti della zona del Portello, che si oppongono all'investimento del club per la realizzazione di un vero e proprio Quartiere Milan. Problemi di parcheggio e di traffico, possibili incidenti tra tifosi, inquinamento acustico, svalutazione degli immobili circostanti: insomma, lo stadio non s'ha da fare. L'avversario potrebbe portare a una marcia indietro di BB e dei suoi collaboratori. Invece, dopo mesi di intenso lavoro, a gennaio 2015 appaiono le prime bozze del progetto. Poi il 4 febbraio la notizia è su tutti i giornali: il Milan ha risposto in tempo al bando e si gioca la vittoria con tre concorrenti, tra cui spicca il Gruppo Vitali con la sua "Milano Alta".

Il progetto del nuovo stadio è dunque ufficiale. Prevede la riqualificazione completa di due padiglioni dell'ex area Fiera per uno stadio da 48mila posti, interrato per un quarto (in modo da non sovrastare gli edifici circostanti), dotato di pareti completamente fonoassorbenti. Il piano regolatore cittadino è l'ostacolo più grande, così gli architetti studiano possibili soluzioni adeguate. Lo stadio sarà un'eccellenza estetica e nello stesso tempo si integrerà alla perfezione con il tessuto urbano. Per questo il progetto non prevede solo la costruzione di uno stadio, ma anche di un ampio giardino sul tetto, di un liceo sportivo, di un albergo e di un centro commerciale. Insomma, una riqualificazione a 360 gradi della zona del Portello. Ciononostante il comitato cittadino continua imperterrito nelle sue proteste.

Il resto dell'inverno e la primavera seguente trascorrono senza colpi di scena. Barbara Berlusconi è seguita dai giornalisti in giro per il mondo alla ricerca di partner che siano disposti a coprire la gran parte dei costi per il nuovo stadio. Dalla Cina agli Emirati Arabi, i più interessanti sembrano proprio i dirigenti del main sponsor rossonero, Fly Emirates. BB stringe preaccordi con gli arabi e torna in Italia, dove la partita per i terreni della ex Fiera comincia a farsi più accesa. Siamo così all'estate 2015 con due finalisti: il Milan, con lo stadio, e il già citato Gruppo Vitali, con "Milano Alta". Alla fine il bando premia la società rossonera. Il 7 luglio 2015 arriva il comunicato storico: addio San Siro, il Milan cambierà stadi. La costruzione della nuova casa rossonera può iniziare, se non fosse che... accade un fatto imprevisto. Il Milan, a sorpresa, rinuncia alla vittoria dei terreni.

Ufficialmente, a bando concluso, sarebbero emersi costi aggiuntivi che si riferiscono alla bonifica dell'area. La responsabilità di questi costi viene rimbalzata tra le due parti, che minacciano di trasferire la partita in tribunale.

Da alcune indiscrezioni, dietro all'improvvisa rinuncia ci sarebbe però Silvio Berlusconi in persona. Il presidente rossonero, anche su consiglio di Mister Bee, non se la sentirebbe di rinunciare a un simbolo riconosciuto a livello internazionale come San Siro, la "Scala del Calcio".  La svolta è clamorosa. La rinuncia al bando comporterà il pagamento di una grossa penale in favore di Fondazione Fiera. Il sogno di BB, proprio quando sembrava sul punto di trasformarsi in realtà, è incredibilmente tramontato. Per un anno il Milan ha speso risorse, tempo e denaro per niente, mentre avrebbe potuto spenderne altrettanti per progetti interamente sportivi, focalizzandosi al 100% su una rosa che nonostante le continue rivoluzioni non è ancora funzionale a una grande squadra.

Seguendo l'esempio dei top club europei, BB ha puntato tutto sulla costruzione di uno stadio di proprietà, ma ha fallito. Alla fine, l'affetto per San Siro ha prevalso.  Nel frattempo l'Inter ha già pensato a diversi progetti di ammodernamento del Meazza, anche in vista della prossima finale di Champions League. Ora che il Milan ha deciso il suo futuro, le due società potranno accantonare per un attimo la rivalità e unire le forze per riportare la "Scala del Calcio" tra l'elite d'Europa.

Federico Graziani