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Ieri sera, il Milan, con tanta, tantissima fatica, si è sbarazzato dell'ottimo Crotone nel quarto turno di Coppa Italia: i rossoneri sono dovuti arrivare ai supplementari per avere la meglio sulla coriacea formazione calabrese, giunta a 'San Siro' sospinta dalla carica dei suoi 5mila tifosi al seguito, e decisa a vendere cara la pelle. Ed in effetti, dopo un primo tempo pessimo da parte del Milan, e l'immeritato gol del vantaggio rossonero realizzato in apertura di ripresa dal brasiliano Luiz Adriano, il Crotone non si è rassegnato, pervendo al pari con un acuto del carneade Ante Budimir, 24enne centravanti croato che i pitagorici hanno rilevato in estate, con la formula del prestito, dal Sankt Pauli, club della Zweite Bundesliga.
In occasione dell'1-1, Budimir si è letteralmente preso gioco del difensore colombiano Cristián Zapata, saltato (con tanto di tunnel) con estrema facilità, quasi fosse un novellino. Ma la partita di Zapata non è stata soltanto caratterizzata da questo errore da principiante, bensì è stata costellata da tutta una serie di incertezze negli anticipi, nei recuperi, nelle diagonali, nella semplice applicazione della tattica del fuorigioco: la basi, insomma, per chi si disimpegna, di regola in una difesa a 4 schierata a zona. Con la pessima prestazione offerta contro il volitivo Crotone di Ivan Jurić, Zapata ha dimostrato, per l'ennesima volta, di non essere da Milan.
29 anni, in rossonero dalla stagione 2012-2013, raramente Zapata ha offerto prestazioni discrete ed un sufficiente apporto alla causa milanista, eccezion fatta, forse, per qualche mese sotto la conduzione tecnica di Massimiliano Allegri, in coppia con Philippe Mexés. Mihajlovic, che ad inizio stagione lo considerava prima alternativa alla coppia di potenziali titolari Rodrigo Ely – Alessio Romagnoli, lo aveva già gradualmente retrocesso ad ultima scelta del pacchetto difensivo, ed aveva deciso di concedergli, contro il Crotone, un'ultima prova di appello. Fallita, senza sé e senza ma.
“Ho messo le riserve per avere risposte importanti. Le ho avute – ha commentato nel post partita Mihajlovic -. Zapata? Era in campo con il corpo, non con la testa. Il suo atteggiamento non mi è piaciuto”. In sostanza, l'allenatore serbo ha scaricato, forse in maniera definitiva, il difensore colombiano, che ha deluso su tutta la linea. Difficilmente, da qui alla sosta natalizia, Zapata avrà altre occasioni per cercare di mettersi in mostra, e di riscattare il suo rendimento negativo. La coppia Alex – Romagnoli è divenuta pressocché intoccabile e, come prima alternativa, sta scalando nuovamente, vertiginosamente le gerarchie Mexés, che, per indole e carattere, è uno che non molla mai. E che se sbaglia una partita, rimedia, con gli interessi, in quella successiva.
La sessione invernale di calciomercato, presumibilmente, regalerà al Milan un altro difensore (non Andrea Ranocchia, diretto verso il Siviglia), ma, come sovente affermato dall'amministratore delegato all'area sportiva, Adriano Galliani, “non entra nessuno se non esce nessuno”. Ecco, forse sarebbe il caso, a gennaio, di far uscire da Milanello l'inquietante Zapata, costato al Milan, all'epoca, tra prestito e riscatto dal Villarreal, ben 7 milioni di euro. Il colombiano, in estate, era seguito dall'Everton, che era arrivato ad offrire fino a 6 milioni di euro, rifiutati, però, dal club di Via Aldo Rossi. Tra poco meno di un mese, però, la storia potrebbe essere differente: Zapata è in scadenza di contratto, alla luce della prova di ieri tutto potrà ottenere fuorché il rinnovo, e, pertanto, si va verso una separazione con sei mesi di anticipo. Per il Milan, la ghiotta possibilità di incassare qualche soldo da reinvestire sul mercato e di liberarsi di un elemento mai esploso; per il ragazzo, la grande opportunità di cambiare aria per rilanciare la sua fin qui deludente carriera.
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