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Cambio Milan in #3mosse: si riparte da qui

Donato Bulfon

Al ritorno dalla sosta, il Milan dovrà avere un volto nuovo. Un Milan diverso, che cambi in 3 mosse, per tornare a giocare per vincere.

La partita di domenica sera contro il Napoli ha lasciato tutti sconvolti: allenatore, società e soprattutto tifosi, che iniziano a vedere lo spettro di una terza stagione consecutiva negativa.

E’ chiaro ed evidente che dopo una batosta del genere, ci vuole una svolta e bisogna rientrare in campo contro il Torino con qualche novità, perché questa sconfitta ha lasciato troppi strascichi all'interno dell’ambiente rossonero.

Come si può ripartire? Andiamo ad individuare 3 possibili mosse:

1) Cambio modulo e passaggio al 4-4-2. Non è il modulo più spettacolare del mondo, ma il 4-4-2 garantisce una disposizione più semplice in campo e soprattutto consente di coprire meglio il terreno di gioco in ampiezza. Il Milan fa pochi gol e ne subisce tantissimi. Qualcosa va assolutamente rivisto, visto che le prime partite hanno dimostrato chiaramente che alla squadra di Sinisa Mihajlovic manca un trequartista di qualità, in grado di spaccare e cambiare le partite.

Honda non riesce a essere incisivo in quella zona di campo e forse potrebbe essere più utile sulla fascia destra, in quanto la dedizione al sacrificio del giapponese non è mai mancata, come si è visto sia con Seedorf e sia con Inzaghi. Bonaventura ha disputato un buon secondo tempo contro l’Empoli in quella posizione, ma la sensazione è che a Jack manchi velocità di pensiero per giocare in quel ruolo. Troppo spesso tiene palla, non verticalizzando per le punte. In un ipotetico 4-4-2 potrebbe essere messo a sinistra, come faceva ai tempi dell’Atalanta di Colantuono.

Insistere su un modulo quando non si ha un giocatore fondamentale tra le linee è praticamente inutile. A questo punto, meglio coprirsi di più, dando maggiore protezione alla difesa che in questo inizio di stagione ha subito una caterva di gol. Inoltre con questo modulo, potrebbero giocare Montolivo e De Jong insieme. In questo momento cosi difficile è indispensabile che tutti e due siano in campo.

2) Gioco. Il Milan ha gravissimi difetti nell'impostazione del gioco. Troppi gol sono stati regalati agli avversari con errori gratuiti. E’ inutile voler impostare il gioco dalla difesa se non si hanno i giocatori adatti dal punto di vista tecnico. Zapata ha dimostrato più volte di essere totalmente  insufficiente sotto questo aspetto. Essendoci già tanti problemi, è inaccettabile regalare gol in questo modo. Meglio piuttosto la palla lunga o in fallo laterale. Se non si hanno le doti tecniche per poter palleggiare a centrocampo e impostare la manovra, bisogna cercare di compensare e avere una squadra più corta, con più pressing e soprattutto che vada a prendere l’avversario più alto, in modo tale da poter essere subito pericolosi una volta recuperata la palla.

Se in alcune partite non è possibile farlo, meglio giocare in contropiede. Inzaghi l’anno scorso, nei primi mesi della sua avventura rossonera, aveva capito una cosa fondamentale: Il Milan non aveva probabilmente i giocatori adatti per comandare la partita e quindi decise per una squadra più chiusa e compatta per poi ripartire in contropiede,sfruttando la velocità degli attaccanti. Probabilmente questo va contro le “linee” presidenziali, ma ormai vista la situazione, conta solo il risultato per non rischiare di buttare via un’altra stagione già ad ottobre.

3) Atteggiamento mentale . Questo è l’aspetto che più sorprende del Milan di quest’anno. Uno dei motivi principali per cui è stato preso Sinisa Mihajlovic è proprio quello di dare alla squadra più rabbia e più grinta, visto le annate precedenti.

Evidentemente Sinisa non è ancora riuscito a trasmettere la sua personalità alla squadra, anzi, addirittura la squadra rossonera più volte è sparita dal campo, consegnandosi completamente all'avversario.

Contro l’Udinese si è rischiato di pareggiare una partita già vinta, al Genoa si è regalato il primo tempo e al Napoli il secondo.

Questo aspetto è molto preoccupante. In fondo, contro il Napoli, il primo tempo era finito sullo 0-1. C’era tutto il tempo per recuperare, eppure il Milan è come fosse rimasto negli spogliatoi, già arrendendosi alla sconfitta contro un avversario molto forte.

Se una squadra non è eccelsa dal punto di vista tecnico, deve compensare con la grinta, con la voglia e la determinazione. In questo inizio di stagione, questo non si è visto, ma pensiamo che Mihajlovic possa fare molto sotto questo punto di vista. Le squadre del tecnico serbo hanno avuto sempre queste caratteristiche, rispecchiando la sua mentalità. Probabilmente in questo caso serve più tempo, visto che i giocatori vengono da due anni disastrosi e hanno smarrito qualsiasi certezza sia tecnica e sia mentale

I tifosi sono davvero stufi: bisogna vedere rabbia e grinta in tutti i 90 minuti. E’ inutile fare dichiarazioni del tipo “Faremo una grande partita” o “Siamo competitivi per i primi 3 posti” ecc. per poi essere smentiti puntualmente ad ogni gara. Bisogna avere più umiltà anche nelle interviste e non dare sempre la sensazione di dire frasi scontate e fatte, che non hanno nessun valore.

Molto meglio pensare partita per partita e non fare progetti a lunga scadenza. In questo momento pensare ai primi 3 posti è francamente un’utopia. L’unica cosa che conta in questo momento è quella di trovare un’identità di gioco e di trovare certezze in questa squadra. Solo allora si potrà capire veramente dove questa rosa può arrivare.

Un terzo anno fallimentare sarebbe davvero disastroso e inaccettabile per i tifosi che da due anni accumulano solo delusioni. Il Milan deve ripartire. Costi quel che costi.

Salvatore Cantone