archivio2015

CERCI, missione fallita. Ma Mihajlovic salva lui e il 433

Gianluca Raspatelli

Cerci ha deluso ancora una volta contro il Torino, ma Mihajlovic gli dà fiducia

Il  4-3-3 di ieri era la grande occasione di Alessio Cerci. Infatti l'attaccante italiano a inizio campionato era stato relegato all'ultimo posto nelle gerarchie di Mihajlovic. In effetti le cattive prestazioni estive in parte sono nate dalle difficoltà di interpretare un modulo senza esterni.  Per cambiare la rotta a questo, il tecnico serbo ha deciso proprio di tornare a sfruttare le fasce d'attacco, e improvvisamente Cerci si è ritrovato tra le mani l'opportunità di diventare una pedina importante.

Purtroppo tutte le speranze che nutriva in lui Mihajlovic sono state ancora una volta disattese. Infatti ieri Cerci ha deluso tutti, nonostante il ritorno nel suo ruolo naturale. I problemi della sua prestazione riguardano diversi aspetti, ma l'impressione è che quello principale sia lo smarcamento.

Per capire meglio questo aspetto, la cosa migliore da fare è confrontare la sua prestazione con quella dell'altra ala, ovvero Jack Bonaventura. Nei primi minuti di match entrambi i giocatori hanno faticato ad entrare nel vivo del gioco, col Torino che grazie alla copertura di Zappacosta e Molinaro riesce sempre a raddoppiare sulle fasce.

Proprio qui si vede l'intelligenza tattica dei due giocatori. Bonaventura trova la soluzione iniziando a svariare verso il centro per poi riallargarsi, e viceversa. In questo modo riesce a ricevere molti più palloni dai centrocampisti, non dando punti di riferimento ai giocatori granata. Proprio lui sarà uno dei migliori in campo.

Cerci invece rimane ancorato alla linea dell'out. Mai nè un movimento in profondità, nè ad accentrarsi, nè un qualsiasi tipo di contromovimento per ricevere palla. Giocando così diventa facilmente marcabile, e tutto diventa semplice per Molinaro, sempre raddoppiato da Baselli o Moretti.

Se c'è un vero tratto distintivo della tattica moderna, questo è la fluidità con cui vengono interpretati i moduli. Infatti la mobilità e il dinamismo rendono gli attaccanti più imprevedibili, perchè sfuggono alle marcature dirette delle difese avversarie. Proprio in questo l'attaccante ex Torino deve migliorare.

Ad ogni modo Mihajlovic ha dichiarato di aver visto miglioramenti con questo nuovo modulo (neanche così nuovo, ricordando Inzaghi). Ma non c'è dubbio che ci sia tanto da lavorare con Cerci, tenendo conto che Honda e Suso sono sempre pronti.