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Quando sarà passata questa settimana interamente dedicata alle Nazionali, tra amichevoli di prestigio e le qualificazioni al campionato europeo che si terrà in Francia nella prossima estate, ci si ritufferà totalmente in clima Serie A.
Il Milan è chiamato ad un'impresa impossibile: qualificarsi alla prossima Europa League. I numeri sono piuttosto impietosi nei confronti dei rossoneri, distanti ben 8 punti dall'ultima piazza utile per centrare l'obiettivo. Inzaghi dovrà ingegnarsi per trovare la chiave di volta di una stagione iniziata con mille speranze e che terminerà, forse, con troppi rimpianti. Dopo un breve interregno del 4-2-3-1, ed un veloce passaggio al 4-4-2, l'allenatore piacentino ha deciso di adottare, da qui a maggio, il 4-3-3 a lui tanto caro. Nel tridente d'attacco, croce e delizia della stagione milanista, intoccabile Jérémy Ménez e punto di riferimento Mattia Destro, che dovrà conquistarsi sul campo, a suon di gol, il riscatto del cartellino.
A destra, invece, Inzaghi ha soltanto l'imbarazzo della scelta. Il tecnico ha sempre fatto sapere di prediligere, in quella posizione, un esterno mancino, per sfruttare le capacità di rientro sul piede forte e tiro in porta. L'arma in più del Milan sembrava essere Alessio Cerci, inseguito vanamente la scorsa estate, e raggiunto finalmente a gennaio. Soltanto che il rapporto tra Inzaghi e Cerci non è mai sbocciato del tutto: l'allenatore ha sempre concesso a Cerci soltanto scampoli di gara. Non lo ha mai fatto sentire veramente parte del progetto Milan, e fatto invece sfiancare su e giù per la fascia allontanandolo dal suo naturale territorio di caccia, gli ultimi venti metri. A Cerci è stato ripetutamente preferito persino Keisuke Honda. Il nipponico, stessa posizione e stesso piede del collega, ma con tutt'altro tipo di caratteristiche, aveva iniziato il campionato come meglio non avrebbe potuto, realizzando 6 reti nelle prime 7 partite disputate. Quindi, un'involuzione continua, intervallata dal mese trascorso con il Giappone in Coppa d'Asia, culminata con l'abulia dell'ultimo periodo, dove Honda sembra essere tornato ai bassissimi livelli dello scorso anno. La parentesi azzurra può rilanciare le chance di Alessio Cerci per un rush finale da protagonista, intanto, però, una variabile impazzita sta facendo realmente vacillare le convinzioni di Inzaghi.
Fortunatamente, infatti, nell'amichevole del 'Mapei Stadium' contro la Reggiana, vinta per 3-0, si è messo clamorosamente in evidenza Jesús Fernández Sáez, meglio conosciuto come Suso. Il 21enne fantasista mancino, praticamente ignorato da Inzaghi da gennaio ad oggi, ha realizzato una doppietta di pregevole fattura ed incantato la platea con il suo tocco di palla, le improvvise accelerazioni, ed una tecnica di base sopraffina. Non è veloce come Cerci, non è esperto come Honda. Ma sa cosa fare quando ha il pallone tra i piedi. Prelevato a parametro zero a gennaio dal Liverpool, club che lo portò giovanissimo in Inghilterra ma che non ha poi mai realmente creduto in lui, Suso si candida per una maglia da titolare già al 'Barbera' di Palermo, dove il Milan sarà impegnato alla ripresa delle ostilità. In Spagna si domandano perchè non giochi mai, l'Italia comincia a scoprirlo ed applaudirlo.. ma Inzaghi, che fa? L'allenatore ha finora commentato con un laconico “questo non è il momento dei giovani; serve la situazione giusta per agevolarne l'inserimento”, stroncando, di fatto sul nascere le chance del ragazzo di giocare con una discreta continuità.
L'interrogativo, a questo punto, sorge spontaneo: perché non investire tempo ed energie sullo spagnolo, ancora molto giovane e con potenziali, incredibili margini di crescita, anziché puntare su Honda, atleta già fatto e completato? Suso, tra l'altro, fa parte di quel nutrito gruppo di giovani inseriti nella rosa rossonera e sul quale la società ha a più riprese chiarito di voler fare affidamento nel prossimo futuro. Un suo impiego continuativo, in una stagione poco fortunata, servirebbe soltanto al ragazzo quale impegnativo 'rodaggio' in vista del prossimo anno, quando il Milan sarà necessariamente chiamato al riscatto ed ai risultati immediati. Qualche mese di esperienza potrebbe tornare comodo, a Suso come ad altri elementi del vivaio (su tutti, Mastalli).
E' il tempo delle scelte per Filippo Inzaghi: tra Cerci, Honda e Suso soltanto uno può giocare a destra. Sperando che, dalla torre, il tecnico non butti giù quello più giovane.
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