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CERCI sugli scudi: domani titolare, Mihajlovic lo sprona a dare di più

Donato Bulfon

Alessio Cerci è pronto a prendersi le proprie rivincite, dopo dieci mesi di parole, critiche, anche feroci, fischi e chi più ne ha più ne metta.

Sarà lui l'arma in più del Milan di Sinisa Mihajlovic? Alessio Cerci è pronto a prendersi le proprie rivincite, dopo dieci mesi di parole, critiche, anche feroci, fischi e chi più ne ha più ne metta.

Ma le chiacchiere stanno a zero, come si dice a Roma o giù di lì. E Cerci sa, da buon romano di Velletri, che per tornare ad essere quello di Torino, deve correre e anche tanto. E piano piano le cose stanno decollando. Contro il Sassuolo Cerci è stato tra i migliori in campo, finalmente positivo e propositivo. Anche domani, contro il Chievo, l'ex laterale dell'Atletico Madrid giocherà titolare nel ruolo di esterno alto a destra del tridente di Mihajlovic; l'allenatore, che già lo ha avuto a Firenze, da lui pretende sempre di più. Sinisa sa che Cerci è uno dei pochi in rossonero che sa e può saltare l'uomo, capace di creare quella superiorità numerica che permette di cambiare le partite.

Il Milan contro i clivensi deve vincere, e si affida al talento dell'ala ex Toro. Certo, si può sempre migliorare, anzi si deve, ma tutto ha un inizio, e questo fa ben sperare. In attesa del rientro degli altri attaccanti, Balotelli e Niang su tutti, Mihajlovic chiede a Cerci il guizzo ma anche la continuità: quella maturità che da tempo ci si aspetta da un talento come lui. Ne va del futuro del Milan ma anche del futuro dell'attaccante stesso. Cerci, infatti, a giugno va in scadenza, o meglio, il prestito biennale termina e dovrebbe tornare in Spagna. Ma non è detto. Una seconda parte di stagione da protagonista potrebbe davvero far cambiare le carte in tavola e, perchè no, anche una conferma in rossonero da guadagnare. Ma questi, sono discorsi prematuri. C'è un Chievo che sta arrivando agguerrito a San Siro e farà di tutto per vendere cara la pelle. Ma il Milan ha un Cerci in più, e questo non è affatto da sottovalutare.