archivio2015

DE JONG, momento verità: può essere il perno del 4-4-2

Daniele Triolo

Nigel De Jong è attualmente ai margini del progetto tecnico del Milan ma, con il futuro cambio di modulo, può tornare ad essere elemento fondamentale

Ad inizio stagione, con un Milan impostato con il 4-3-1-2, la scelta di Sinisa Mihajlovic era stata piuttosto chiara: tra Riccardo Montolivo e Nigel De Jong, giocatori dalle differenti caratteristiche tecniche ma che occupano la stessa porzione di campo, ne avrebbe giocato uno soltanto. E, per le prime gare, il tecnico serbo aveva scelto, senza indugio, di puntare sull'olandese, giudicato un elemento fondamentale sul quale costruire il suo progetto.

De Jong ha iniziato titolare a Firenze, ed ha giocato anche la settimana successiva, in casa contro l'Empoli: due partite brutte, quelle, per il Milan, che ha incassato un secco 0-2 al 'Franchi' e poi battuto 2-1, con tantissime difficoltà, i toscani tra le mura amiche. La società, a quel punto, ha fatto sapere a Mihajlovic, con modi anche piuttosto bruschi, che con tali prestazioni di risultati ne sarebbero arrivati pochi, che da Arcore erano cominciati i primi mugugni, e che il Milan, tra le sue missioni, ha sempre avuta quella del 'bel giuoco'.

Motivo per il quale, dal derby contro l'Inter, Mihajlovic ha lasciato fuori De Jong, lanciando al suo posto, dal 1', Montolivo. Da quel momento in avanti, seppur in maniera non eccelsa, i rossoneri hanno cominciato a produrre gioco, ed infilare una discreta serie di risultati. Senza l'olandese in campo. Anzi, quando Mihajlovic, il 27 settembre a Genova, contro il Genoa di Gasperini, ha provato a schierare De Jong insieme a Montolivo, utilizzando l'olandese come interno destro anziché davanti la difesa, l'esperimento è miseramente fallito.

De Jong, in questo periodo, non si è mai lamentato. Ha sempre abbassato la testa, lavorato duramente in allenamento, nel tentativo di far ricredere l'allenatore e riconquistarsi un posto da titolare. Passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3, la situazione del prode Nigel non è cambiata: l'ex Manchester City continua a far panchina e, per il Milan, questo rischia di diventare un lusso inaccettabile, in quanto De Jong, in estate, aveva rinnovato il proprio contratto fino al 30 giugno 2018 per un ingaggio di circa 3 milioni l'anno. Il giocatore, oltretutto, sta ricevendo offerte interessanti (Werder Brema) e rischia di salutare la compagnia a gennaio.

A meno che, nel momento in cui Mihajlovic cambierà nuovamente modulo, passando, così come più volte annunciato, dal 4-3-3 al 4-4-2, rispolvererà De Jong in coppia con Montolivo, nel cuore del centrocampo, lasciando ad Andrea Bertolacci (o Alessio Cerci) e Giacomo 'Jack' Bonaventura le corsie esterne. Il 4-4-2 potrebbe rappresentare l'ultima chance di salvezza per De Jong, e l'unica motivazione per la quale il 31enne, roccioso interditore potrebbe restare in rossonero almeno fino al termine di questa stagione. Ma Mihajlovic, effettivamente, punterà su di lui anche in caso di un nuovo cambio di modulo?

In questi mesi, infatti, si è messo bene in evidenza lo slovacco Juraj Kucka, che, oltre ad essere più giovane di De Jong, oltre ad un'evidente fisicità assicura anche discreta corsa e qualità. Inoltre, non va dimenticato, Bertolacci ha dimostrato, durante Milan-Sassuolo, di sapere rendere alla grande se schierato in posizione di centrocampista centrale, accanto ad un inventore di gioco quale Montolivo. Sempre ammesso che Mihajlovic, effettivamente, opti per il passaggio al 4-4-2, giacché, ad oggi, Mario Balotelli e Jérémy Ménez continuano ad essere indisponibili, e l'unica alternativa alla coppia di attaccanti Carlos Bacca – Luiz Adriano resterebbe M'baye Niang, per altro appena rientrato da un lungo stop.

De Jong corre, suda, non fa polemica e spera in una nuova possibilità. Il numero 34 rossonero, animo da leader e tra gli idoli dei tifosi, tenterà il tutto per tutto per riprendersi il Milan, se gliene verrà concessa l'occasione. In caso contrario, a gennaio sarà (doloroso) addio.