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Molto spesso le partite si decidono a centrocampo: è questa una delle verità non troppo nascoste del calcio e, ne siamo convinti, il Derby di domenica non sfuggirà a questa legge non scritta. Proprio per questo motivo i tifosi rossoneri non possono essere troppo ottimisti in vista della stracittadina anche perché da mesi non si fa che parlare, giustamente, dei limiti qualitativi e di leadership del centrocampo del Milan. In più, le prime due gare ufficiali, hanno dimostrato come i dubbi e le perplessità sul reparto centrale messo a disposizione di Mihajlovic fossero più che legittimi.
Detto questo, a due giorni dalla grande sfida, proviamo a confrontare a livello tecnico e tattico il centrocampo del Milan con quello dei cugini in modo da capire se la differenza è davvero cosi marcata. Entrambe le squadre dovrebbero giocare con 3 centrocampisti di ruolo: nel Milan sicuri De Jong e Kucka con Poli, Bonaventura e Montolivo che si contenderanno il ruolo di terzo centrocampista; Mancini, con tutta probabilità, risponderà con il trio composto da Brozovic, Kondogbia e Felipe Melo.
Permettendoci il lusso di guardare per un attimo in casa d’altri, è evidente come nemmeno il centrocampo dell’Inter sia ricco di qualitá: Brozovic è ancora molto discontinuo mentre Kondogbia e Felipe Melo danno comunque il meglio in fase di interdizione piuttosto che nella costruzione del gioco. A prima vista il centrocampo neroazzurro potrebbe prendere il sopravvento soprattutto dal punto di vista fisico e proprio per questo, la presenza di Kucka in luogo dell’infortunato Bertolacci, potrebbe rivelarsi più preziosa del previsto.
Entrambe le squadre, rispetto ai loro anni migliori, schiereranno dei reparti centrali con pochissima qualitá e, verosimilmente, la partita si deciderá sui binari della corsa e della potenza. Sembrano lontanissimi quindi i tempi in cui da una parte scendevano in campo tra gli altri Pirlo, Seedorf, Van Bommel, Gattuso, Ambrosini contrapposti a Stankovic, Cambiasso, Figo, Snejder solo per citarne alcuni. Mal comune mezzo gaudio quindi anche se la sensazione é che l’Inter abbia voluto volontariamente rinunciare ad avere qualitá in mezzo al campo (la cessione di Kovacic é solo uno degli esempi) per potersi permettere di supportare il tridente d’attacco mentre il Milan non sia stato in grado durante il mercato quel gap qualitativo di cui tutti erano e sono tutt’ora consapevoli.
Provando a leggere, sulla carta, i duelli individuali che andranno in scena domenica sera é verosimile pensare come De Jong, con la sua esperienza internazionale, possa tranquillamente giocare ai livelli di Felipe Melo mentre Bonaventura, se in giornata, puó valere tranquillamente Brozovic; l’unico duello che sembra pendere sicuramente a favore dell’inter potrebbe essere quello tra Kondogbia e Kucka se non altro per il prezzo dei cartellini dei due giocatori. In realtà anche il francese, attualmente, è più un interdittore che altro e magari Kucka potrebbe avere dalla sua una maggiore conoscenza del campionato italiano. Il Milan ha abituato i suoi tifosi ad avere centrocampisti molto più forti e di personalità, capaci di dettare i tempi della partita e di prendere in mano le redini del gioco per larghi tratti; quest’anno il reparto è qualitativamente ben al di sotto della media ma, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, la mediana avversaria non sembra essere così superiore.
Gaetano De Pippo
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