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FOCUS PM – Bertolacci vede nero. Mihajlovic trovi una soluzione

Andrea Bertolacci Milan
L'enigma Bertolacci non si risolve in Nazionale, anzi il giocatore torna con un infortunio. Tocca a Mihajlovic risolvere la situazione.

Donato Bulfon

E' vero, i primati sono fatti per essere, prima o poi, superati. Peraltro esistono primati che meritano di essere consegnati agli annali ed altri che l'autore preferirebbe fossero destinati all'oblio. Alla seconda categoria appartiene il poco invidiabile record stabilito da Andrea Bertolacci: fischiato alla sua prima, dicesi prima, esibizione a San Siro; trattamento mai riservato prima a nessun altro nuovo acquisto del Milan.

Genesi di un amore che rischia di non sbocciare mai: il centrocampista ex-Genoa viene acquistato nella settimana successiva al disastro mediatico dell'affare Kondogbia come risposta "emozionale", come una sorta di risarcimento del mancato arrivo del giovane talento francese. Il cosiddetto risarcimento appare, ad ogni buon conto, piuttosto costoso: 20 milioni per un giocatore con caratteristiche sovrapponibili a quelle di altri elementi in rosa (Bonaventura su tutti),che non sembra essere peraltro in grado di marcare una netta differenza qualitativa rispetto a quanto già a disposizione.

Sia ben chiaro, in un mercato in cui le valutazioni dei cartellini sono esplose, il denaro speso per Bertolacci è sicuramente tanto in valore assoluto, ma non da comprendere nella categoria "follie di stagione" e comunque meritabili in base alle prestazioni in campo (come per ogni giocatore, in verità). E qui nascono i problemi: un pre-campionato decisamente sottotono (nonostante un  gol nella mini-sfida con l'Inter nel trofeo Tim), in cui è emersa la sua scarsa adattabilità ad un modulo che prevede il centrocampo "a rombo". In quel ruolo, notoriamente, c'è bisogno di elementi che sappiamo allo stesso tempo, seppur in dosi diverse, impostare con qualità e recuperare grazie alla fisicità. La specialità della casa è l'atletismo e la capacità di inserirsi senza palla in zona gol. Non esattamente profili comparabili.

La gara casalinga con l'Empoli non ha fatto altro che confermare le impressioni delle settimane precedenti: troppi errori in fase di costruzione (e i fischi di San Siro in questo non aiutano...), scarsa incisività nell'opporsi agli avversari, corsa (nemmeno troppa...) fine a se stessa. La platea piuttosto esigente di San Siro (che sembra non essersi resa conto che i tempi sono un po' cambiati...) sa essere spietata e incutere un notevole timore "reverenziale" a chi non è pronto alla prova nel "palcoscenico" meneghino. Certi errori marchiani sono più figli dell'"ansia da prestazione", che da un improvvisa iniezione di "broccaggine".

Ciò detto, pur rifuggendo dalla tentazione di emettere sentenze di condanna definitiva alla seconda giornata di campionato, urgono contromisure immediate: se si intende confermare il modulo attuale, la posizione di Bertolacci appare decisamente in bilico tra campo di gioco e panchina; se, come dovrebbe essere logico dopo un esborso economico del genere, si vuole provare a valorizzarlo si impone un cambio di modulo (4-2-3-1?) che lo sgravi dalle competenze di costruzione e che lo riconsegni al suo ruolo naturale di "incursore".

E la parentesi Nazionale non ha affatto aiutato, anzi ha peggiorato la situazione. Ieri sera contro Malta, Bertolacci è stato schierato titolare ma anche qui non ha entusiasmato. Sostituito al 55', in mattinata si è saputo per un infortunio, ancora tutto da valutare. E con il forte rischio di saltare il prossimo derby contro i cugini dell'Inter.

In un calcio che tritura tutto con estrema facilità, con eccessiva superficialità, bisogna ripartire dai fondamentali: al di là degli infortuni, ogni giocatore nella posizione in cui può dare il meglio, senza tentativi spericolati di "trapianto" tattico. Mihajlovic intervenga, il tempo c'è, le idee speriamo...

Matteo Forner

 

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