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Se Inzaghi non se la passa bene (il successo contro il Cagliari ha momentaneamente allontanato il rischio esonero) il tecnico rosanero Iachini non è messo meglio e la sfida di sabato pomeriggio potrebbe risultare fatale. Ingaggiato nel settembre 2013 (dopo l’esonero di Gattuso), il mister marchigiano è riuscito a dare continuità e gioco alla squadra, vincendo il campionato con cinque turni di anticipo e riportando Palermo in A dopo solo una stagione. Il campionato 2014-15 ha avuto un inizio positivo con buone prestazioni (il pari casalingo contro l’Inter, il 3-3 di Napoli e la prima vittoria in trasferta, contro il Milan a San Siro) concludendo il girone di andata al 10° posto con 26 punti (in coabitazione con le milanesi).
Nell’ultimo mese e mezzo la squadra ha raccolto solo 2 punti (contro Empoli e Cesena) e ciò sicuramente non avrà fatto piacere a Zamparini, noto ai calciofili italiani (tifosi e opinionisti) per esonerare facilmente un allenatore, sostituirlo con un altro e richiamarlo se le cose vanno di male in peggio. È già successo altre volte, ma nel 2006-07 si raggiunse il massimo con 3 cambi in un mese: Guidolin (esonerato a metà aprile dopo la sconfitta casalinga contro il Parma), la coppia Gobbo-Pergolizzi (esonerata dopo tre partite) e nuovamente Guidolin nelle ultime due giornate di campionato. Questa situazione potrebbe ripetersi quest’anno (mancano 10 partite) se sabato pomeriggio non dovesse arrivare la vittoria. Il Palermo dovrà fare a meno di Andelkovic – squalificato – e Morganella (infortunato): le loro assenze influiranno sulla prestazione contro il Milan? Iachini spera di no, e con lui tutto il popolo palermitano, ma in caso di sconfitta la sua permanenza in Sicilia avrebbe le ore contate.
Stefano Sette
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