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FOCUS PM – Milan, difesa in crescita, ma non basta

Alessio Romagnoli Milan
Con la rete incassata da Berardi ieri a 'San Siro', il Milan è già a quota 15 gol incassate. Si intravede, però, qualche piccolo segnale positivo

Daniele Triolo

Il Milan non ce l'ha fatta nemmeno ieri pomeriggio. Al 52' di Milan-Sassuolo, quando Domenico Berardi (bestia nera del Diavolo con 8 reti segnate in appena 3 partite contro i rossoneri) ha superato l'esordiente Gianluigi Donnarumma per il momentaneo pareggio della squadra ospite a 'San Siro', sono diventare 15 le reti subite dalla formazione di Siniša Mihajlović in appena 9 sfide di campionato.

Troppe, per un club che punta, secondo le direttive presidenziali, a ritornare nelle coppe europee dopo tre stagioni di assenza. Due gol presi a Firenze dai viola, uno dall'Empoli, uno nel derby contro l'Inter, due dal Palermo e dall'Udinese, uno dal Genoa, ben quattro (a domicilio) dal Napoli e, infine, uno sia dal Torino sia dal Sassuolo: il Milan, finora, non è mai riuscito a mantenere la propria porta inviolata, e questo è un dato che deve fare riflettere.

E' vero che Mihajlović sta ancora cercando i giusti automatismi, ed è pur vero che un giocatore di talento e prospettiva come Alessio Romagnoli, seppur pagato molto per aver giocato un solo campionato da titolare in Serie A, necessita di ulteriore rodaggio, ma se si vuole ambire a scalare velocemente la classifica e rientrare in corsa per gli obiettivi di inizio stagione, bisogna cominciare a blindare il reparto arretrato, limitando al minimo i pericoli e chiudendo, magari, a doppia mandata la porta difesa finora da Diego López e, da ieri in avanti, chi lo sa, stabilmente da Donnarumma.

Il pacchetto arretrato, comunque, sembra in crescita: nelle ultime due gare, contro Torino e Sassuolo, il tecnico serbo ha confermato gli stessi 4 difensori, vale a dire Abate – Alex – Romagnoli – Antonelli, ed i risultati cominciano a premiare le scelte dell'ex Sampdoria: contro il Torino, fino al gol del pareggio firmato da Daniele Baselli, con la complicità di una disattenzione dell'intero reparto (Antonelli a tenere in gioco Belotti nel momento della sponda per l'accorrente centrocampista, López ad andar giù lento sul primo palo, lasciato parzialmente scoperto), il Milan aveva effettivamente rischiato molto poco; contro i neroverdi di Eusebio Di Francesco, i rossoneri hanno incassato gol su punizione e, anche favoriti dalla superiorità numerica, per il resto Donnarumma ha passato un pomeriggio tutto sommato tranquillo.

Incredibilmente, nonostante lo scetticismo iniziale, la coppia Alex – Romagnoli sembra essere quella che, attualmente, fornisce più garanzie e la maggiore intesa: con Cristián Zapata spesso distratto, e Rodrigo Ely ancora piuttosto acerbo, fa bene l'allenatore ad insistere sul brasiliano e l'italiano, considerando Philippe Mexés un gradino indietro nella gerarchia delle preferenze di Mihajlović e tuttora in ritardo di condizione atletica. Ma si può, e si deve, migliorare ancora: qualora il Milan centrasse un filotto di vittorie consecutive, o quanto meno di buone prestazioni, potrebbe crescere la fiducia in Riccardo Montolivo e compagni, e, automaticamente, potranno vedersi anche meno errori, individuali e di collettivo, sul rettangolo di gioco.

Magari, già a cominciare dalla partita di mercoledì contro il Chievo: l'occasione ideale per spezzare la lunga scia di partite con almeno un gol al passivo.

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