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Milan batte Chievo 1-0. Se Mihajlović può considerarsi soddisfatto per il risultato, per il bel gioco conviene passare più avanti. Il Milan, infatti, non è ancora giunto alla sua forma definitiva, quel 4-4-2 di cui si sono viste le prime confortanti tracce contro il Sassuolo. La carenza di attaccanti (3 infortunati su 5) ha costretto Mihajlović al 4-3-3, modulo di passaggio che sta comunque dando i suoi frutti in termini di compattezza e solidità difensiva.
Proprio dal reparto difensivo viene la nota più positiva della serata: la porta rossonera rimane inviolata come non accadeva dal 24 maggio scorso. Il merito è sicuramente della crescita di Romagnoli e Alex come coppia centrale e della sicurezza del sedicenne Donnarumma – due preziose parate di istinto –, ma anche della maggior protezione alla difesa che il nuovo modulo garantisce. Contro Torino, Sassuolo e Chievo, il 4-3-3 di Mihajlović ha concesso solo 5 tiri in porta agli avversari. Nelle ultime tre partite l’Inter, che al momento è la difesa meno perforata del campionato, ne ha concessi più del doppio, 11.
Le lezioni tattiche di Siniša si stanno cominciando a vedere – squadra compatta, movimenti coordinati, difensori che impostano – e sta uscendo anche il lato caratteriale del tecnico serbo. Dopo un primo tempo timoroso e sottotono, Mihajlović è rientrato negli spogliatoi con passo veloce, pronto alla sfuriata. In quei 15 minuti di intervallo qualcosa deve essere successo, perché all’inizio della ripresa è entrato in campo un altro Milan: modulo e uomini erano gli stessi, ma lo spirito era profondamente cambiato. Finalmente è apparsa la squadra di Mihajlović: grintosa, decisa e vogliosa. Non a caso, il gol è arrivato quasi subito. Dopo nove minuti di grande intensità, Bacca apre uno spazio in area di rigore, effettua una sponda per l’inserimento di Antonelli e arriva il meritato 1-0.
Nelle prime partite della stagione il Milan segnava un gol e si chiudeva in difesa impaurito, come se l’obiettivo della giornata fosse stato raggiunto e ora si rischiava di perdere tutto. Solo un successivo gol degli avversari riusciva a scuotere i rossoneri. Questa volta, il gol di Antonelli ha scacciato tutte le paure, mostrando alla squadra anche la fondamentale opzione del movimento senza palla. A quel punto Kucka e Bertolacci, sempre più in crescita, hanno potuto alzare i giri e produrre quegli inserimenti che l’anno scorso hanno portato il Genoa in zona Europa. Il loro dinamismo ha aperto gli spazi per la creatività di Bonaventura, che è tornato a dispensare calcio dopo 55 minuti molto opachi.
La convinzione con cui il Milan ha continuato ad attaccare dopo il gol mostra una squadra in grande crescita, che ha realizzato 7 punti in 3 partite dopo la batosta subita dal Napoli. Tra tre giorni, contro una Lazio finora perfetta in casa, Mihajlović capirà se le paure sono state abbandonate definitivamente o se sono ancora lì, in attesa di venir fuori al primo passo falso.
Federico Graziani
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