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GALLIANI Story: Re mida e scelte controverse: gli inizi

Donato Bulfon

Pianeta Milan ripercorre in quattro puntate gli ultimi ventinove anni di storia milanista, concentrandosi sulle campagne acquisti portate avanti da Galliani

Contestato dalla Curva nell’ultima gara di campionato contro il Napoli, bersagliato come uno delle principali cause dell’inizio di stagione negativo del Milan, Adriano Galliani non sta attraversando uno dei periodi migliori della sua storia rossonera. Pianeta Milan ripercorre in quattro puntate gli ultimi ventinove anni di storia milanista, concentrandosi sulle campagne acquisti portate avanti dall’Amministratore delegato rossonero, i grandi colpi e i flop di mercato.

Partiamo dal primo decennio dell’era Berlusconi. Il primo decennio vincente. Il Milan, a detta del presidente, deve tornare a competere per i più grandi successi, senza porre limiti alla provvidenza. I colori rossoneri dovranno diventare sinonimo di forza ma anche di correttezza in campo. Detto, fatto. La prima campagna acquisti di Galliani vede l’arrivo a Milanello per la stagione 1986/87 di due tra le future colonne del Milan del futuro, cioè Donadoni e Massaro. Due ottimi acquisti che, uniti ad un Virdis d’annata, portano i rossoneri ad un quinto posto in campionato. E questo è solo l’inizio. L’anno successivo è quello decisivo. Berlusconi impone un esordiente in panchina, Arrigo Sacchi e vuole pian piano costruire un Milan dalla forte intelaiatura umana, basata sull’ottimo settore giovanile ma anche su grandi acquisti di qualità. Il presidente e Galliani portano in Italia il grande duo olandese formato dal forte attaccante Marco Van Basten e dalla forza della natura Ruud Gullit. Due grandi colpi, che fanno le fortune rossonere per anni. Ma oltre a questi, l’altro straniero acquistato nel 1987 fu Claudio Daniel Borghi, del quale Berlusconi si era letteralmente innamorato. Ma in Italia di stranieri ne potevano giocare due per squadra e Borghi fu prestato al Como, dove si rivelò un vero flop rispetto alle aspettative in esso riposte.

Il Milan divenuto nel 1988 Campione d’Italia e con la voglia di sfondare anche in Europa, approfitta dell’introduzione del terzo straniero, per rinforzarsi ancora. Bocciato definitivamente Borghi, Sacchi convince Berlusconi a prendere un altro olandese Rijkaard e sguinzaglia il fido Galliani che con un blitz a Lisbona riesce a portare in Italia il terzo olandese. E qui il Milan diventa il Milan. Una squadra perfetta, capace di vincere due Coppe Campioni e sfiorare lo scudetto nei tre anni successivi. Negli anni 1989, 1990 e 1991, infatti, il Milan rimane pressoché identico, con nessuna necessità di rinforzarsi sul mercato. Arrivano comunque dei giovani interessanti, uno per anno, cioè Marco Simone, Giovane Elber e Zvonimir Boban. Con l’arrivo di Capello sulla panchina, nella stagione 1991/92, e fuori per un anno dall’Europa per i fatti di Marsiglia, dove Galliani ritiro la squadra per i problemi ai riflettori dello stadio, il Milan torna a vincere il campionato italiano, continuando ad avere praticamente la stessa ossatura del 1988.

L’anno successivo, per la stagione 1992/93, i sogni si fanno ancora più grandi. Berlusconi e Galliani riescono a portare a Milanello i due stranieri arrivati ai primi posti del Pallone d’oro, Jean Pierre Papin e Dejan Savicevic. Non solo, a colpi di miliardi di lire arriva anche la grande promessa Gianluigi Lentini. E’ un Milan stellare, che domina in campionato ma non riesce a ripetersi in Europa, piegato dalla bestia nera Olimpique Marsiglia. La vecchia guardia comincia a perdere qualche colpo, ma sul mercato Galliani nella stagione 93/94, acquista due ottimi giocatori come Panucci e Desailly. Ma iniziano anche i primi flop, che non riescono a rispettare le ottime premesse, due nomi  su tutti, Brian Laudrup e Florin Raducioiu. In Italia il Milan vince il terzo scudetto di fila ma la grande vittoria è in Coppa Campioni dove senza Baresi e Costacurta squalificati strapazza in finale il Barcellona per 4-0.

Nella stagione 94/95, Galliani è protagonista di operazioni minori. Ritorna per una breve parentesi Ruud Gullit, ma i due acquisti veri e propri non sono azzeccati. Paolo Di Canio e Massimo Orlando, infatti, non riescono ad essere protagonisti e, dopo tre anni, il Milan perde lo scettro della Serie A a vantaggio della prima Juventus di Marcello Lippi. Il 95/96, decimo anno dell’era Berlusconi è l’anno del rilancio. Si torna a spendere e Galliani riesce a portare a Milanello George Weah e Roberto Baggio. Il Milan torna a vincere lo scudetto, il quarto in cinque anni, nonostante i flop degli acquisti di uno sfortunato Futre e di un giovanissimo Patrick Vieira.

Il bilancio dei primi dieci anni di gestione Galliani è positivo. I soldi ci sono, la fortuna e le capacità anche. Il Milan è una grande squadra che ha conquistato il Mondo. La calma prima della tempesta di una prima crisi che è alle porte.