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“Zlatan Ibrahimović ha un contratto con il PSG per un altro anno, ed anche l'anno prossimo giocherà con noi”. Lo ha dichiarato, non più tardi di due giorni fa, il Presidente del sodalizio francese, Nasser Al-Kheläifi. Dichiarazioni, queste, piuttosto nette nei confronti dell'attaccante svedese, che, ormai da un paio di mesi, sta forzando la mano sulla dirigenza del PSG per ritornare al Milan o, in alternativa, strappare al suo attuale club un contratto più lungo e, possibilmente, più remunerativo.
Per il momento, salvo clamorose riaperture nell'ultima settimana di un mese di agosto che si preannuncia comunque 'caliente', quindi, Ibrahimović è prigioniero del suo contratto nella capitale francese, e pertanto il suo ritorno al Milan si fa sempre più improbabile. Naturalmente, come confermato proprio oggi da Adriano Galliani, nonostante esista una sola possibilità su un milione che Ibra torni ad indossare la maglia rossonera, il Milan non mollerà così facilmente il principale obiettivo per il suo attacco anche se, ora, bisognerà anche cominciare a pensare a strategie alternative.
Già, perché, in un reparto che non più tardi di due settimane orsono sembrava sovraffollato, adesso il Milan si ritrova a dover fare i conti scoprendo che, effettivamente, c'è bisogno di un nuovo innesto. Carlos Bacca e Luiz Adriano partono, almeno sulla carta, quale coppia titolare nel 4-3-1-2 di Siniša Mihajlović; la prima alternativa, secondo quanto fatto intendere dal tecnico nelle amichevoli precampionato finora disputate, era il 21enne francese M'baye Niang, il quale, però, nel corso dell'AUDI Cup, si è procurato una frattura al quinto metatarso del piede destro. Infortunio rognoso, che metterà fuori causa l'ex Montpellier e Genoa per almeno tre mesi. Motivo per il quale Galliani, dopo un colloquio con il suo procuratore, ha immediatamente stoppato la partenza di Alessio Cerci, segnalato precedentemente in uscita proprio verso i rossoblu di Enrico Preziosi. Partirà, con tutta probabilità, Alessandro Matri, che lo staff tecnico non giudica idoneo e funzionale al progetto del Milan: per l'attaccante lodigiano, per ora, non è arrivata alcuna concreta offerta, eccezion fatta per un interessamento, molto debole, della Sampdoria. Nelle ultime ore, poi si fanno sempre più insistenti le voci di cessione anche per Keisuke Honda e Suso Fernández Sáez.
Quindi, ricapitolando, qualora non arrivasse Zlatan Ibrahimović, l'uomo che potrebbe realmente innalzare il tasso tecnico del Milan e cambiare il volto della squadra, prendendola per mano, un attaccante bisognerà prenderlo. Ma chi? Sfumati tutti i possibili, potenziali obiettivi dei mesi precedenti (Stevan Jovetić, Mohamed Salah, Edin Džeko ecc.), che hanno ormai trovato una nuova sistemazione, appare alquanto improbabile, oggi, arrivare ad un top player. Chi i giocatori buoni ce li ha, a questo punto del mercato, se li tiene. L'attacco del Milan rischia allora di diventare un rebus: anche perché avrebbe davvero poco senso aggiungere, in un reparto che ha bisogno di qualità, un elemento di 'rattoppo' quale fu, due stagioni fa, lo stesso Matri, pagato a peso d'oro alla Juventus, o il Pazzini prelevato dall'Inter ma sul quale la società non ha mai realmente creduto, o, peggio ancora, il Mattia Destro dello scorso gennaio.
Ad oggi, Ibra a parte, nessun nome di un forte attaccante viene accostato al Milan. A meno che Adriano Galliani, come suo solito, non voglia stupirci proprio sui titoli di coda del calciomercato.
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