2) Difficile per Inzaghi dare un gioco a giocatori estemporanei e inaffidabili: Superpippo ha sempre dichiarato, nei momenti di massima emergenza, che il gioco rossonero latitasse a causa delle tante assenze. Vero, ma non al 100%: da qualche settimana, con l'infermeria ridotta ai soli El Shaarawy e Montolivo, il gioco rossonero non è decollato affatto. Ci sono stati leggeri miglioramenti, questo è insindacabile, ma non tali da giustificare le parole di Inzaghi, che ieri si definiva contento della prestazione offerta dai suoi. Il Milan, attualmente, si affida solo a giocatori estemporanei e ampiamente inaffidabili: caso emblematico è Menez, il vero ago della bilancia rossonero. Se gioca bene, o meglio decide di applicarsi, allora il Milan vola; se gioca svogliato, perdendosi in preziosismi come l'inutile tacco di ieri, il Milan difficilmente ottiene tre punti.
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3) Il Milan quest'anno non ha mai avuto un bel gioco. Inzaghi sbaglia quando afferma il contrario: A prescindere da Menez, però, il Milan anche ad inizio stagione, quando viaggiava ad una media di due punti a partita non ha mai entusiasmato per il suo bel gioco. Si è partiti da una constatazione di inferiorità manifesta che spingeva il Milan a colpire sempre e solo in contropiede, per passare ad una cervellotica ed inutile ricerca di gioco tramite l'imposizione del proprio "gioco" e del proprio ritmo. Ovviamente, visti i punti precedenti, la missione è clamorosamente fallita, ma quel che più colpisce è l'ostinarsi a pensare il contrario. In trenta giornate il Milan non ha mai colpito grazie al suo "gioco", ma grazie ai colpi dei singoli, anzi ai colpi di Menez quando è in giornata di grazia.
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