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Mancini punge, MIHAJLOVIC risponde: ma quale grande Inter?

Mancini e Mihajlovic
Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic, amici fuori dal campo, ed in polemica nelle ultime ore: a Milano è sempre tempo di derby

Daniele Triolo

Ieri pomeriggio, ad Appiano Gentile, Roberto Mancini, tecnico dell'Inter, aveva parlato in conferenza stampa in vista della partita che la sua squadra disputerà, tra poco più di due ore, a 'San Siro' contro il Genoa di Gian Piero Gasperini. Rispondendo ai cronisti, Mancini si era soffermato nuovamente sulla prestazione offerta dalla sua Inter a Napoli, dove, nonostante la sconfitta, aveva colto dei segnali positivi. “Ci sono squadre che contro il Napoli hanno perso 4 o 5 a zero”, aveva commentato l'allenatore dell'Inter, con chiaro riferimento, oltre che alla Lazio di Stefano Pioli, soprattutto ai cugini rossoneri dell'amico Sinisa Mihajlovic.

Oggi, poi, è toccato allo stesso tecnico serbo riaprire l'argomento , sollecitato dai cronisti presenti ad un confronto con l'Inter, avanti di 7 punti in classifica generale rispetto al Milan. “Non sono bravo in matematica, ma da quando è arrivato Mancini ha speso più del Milan da gennaio e ha avuto anche 6 mesi in più per lavorare – la puntualizzazione di Mihajlovic -. In più non è vero che abbiamo speso 90 milioni perchè abbiamo anche venduto tanto. Poi, quando si parte con un nuovo ciclo si parte da zero e serve tempo: purtroppo so che nelle grandi squadre di tempo ce n'è poco, ma noi dobbiamo fare un programma a lungo termine non alla prossima partita. Per questo, come ho detto tante volte prima di fare bilanci aspettiamo la fine del girone d'andata. Non solo i tifosi, anche noi non siamo contenti per l'inizio di stagione”.

E, a ben guardare, il ragionamento di Mihajlovic non fa una piega. Inter e Milan, infatti, in questa stagione non sono partite alla pari. Mentre l'allenatore serbo ha preso in mano le redini della formazione rossonera solamente quest'estate, ereditando una squadra quasi allo sbando per via delle ultime due deficitarie stagioni, e con l'arduo compito di rifondarla, tecnicamente, dalle basi, Mancini siede sulla panchina dell'Inter da più di un anno, dal novembre 2014, cioè da quando, dopo un pareggio in casa contro il Verona (2-2), Erick Thohir decise per l'esonero di Walter Mazzarri. In tutti questi mesi di 'vantaggio' di rispetto l'amico-collega, Mancini ha potuto plasmare la sua Inter: dapprima nel mercato di gennaio della scorsa stagione, sessione nella quale i nerazzurri spesero circa 25 milioni per portare alla Pinetina il terzino Davide Santon, il centrocampista croato Marcelo Brozović, e gli attaccanti Xherdan Shaqiri e Lukas Podolski. A giugno, poi, Mancini è riuscito in un'altra impresa, nonostante, con quegli innesti, l'Inter sia comunque rimasta fuori dall'Europa: farsi comprare altri ottimi giocatori, quali i difensori João Miranda, Jeison Murillo, Alex Telles, Geoffrey Kondogbia ('colpo' da 36 milioni, strappato proprio al Milan), Adem Ljajić, Felipe Melo, Ivan Perišić e Stevan Jovetić, per una sessione estiva da quasi 120 milioni di euro, chiaramente dilazionati tra pagamenti a rate o mediante la formula del prestito con diritto di riscatto.

Al Milan, invece, Mihajlovic, che pure ha potuto beneficiare del notevole sforzo della società sul mercato, è dovuto partire davvero da zero, come da lui stesso sottolineato quest'oggi. La squadra è cambiata per quasi la metà dei propri interpreti nell'undici titolare, ci è voluto qualche mese per individuare quale fosse il modulo giusto secondo per fargli rendere nella maniera più opportuna, e per fare in modo che i giocatori si amalgamassero tra di loro. Per far scattare i primi paragoni con l'Inter, più avanti, certamente, in classifica, ma, soprattutto, nel progetto tecnico, si dovrebbe consentire a Mihajlovic di poter lavorare, con calma, e senza troppe pressioni di successo immediato, almeno per qualche altro mese e poi valutare a che punto sarà arrivato il Milan. Magari, con la possibilità di 'aggiustarsi' in corsa con il calciomercato di riparazione: a Milano, nel girone di ritorno, potrebbe andare in scena un derby in altissima quota.

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