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MERCATO – TUTTI GLI ERRORI DEL MILAN

Daniele Triolo

Ieri sera, alle ore 23, si è conclusa all’ATA Hotel di Milano la sessione estiva di calciomercato. Una sessione lunga ben tre mesi, terminata, contrariamente a quanto si potesse pensare, ed auspicare, senza il botto finale da parte...

Ieri sera, alle ore 23, si è conclusa all'ATA Hotel di Milano la sessione estiva di calciomercato. Una sessione lunga ben tre mesi, terminata, contrariamente a quanto si potesse pensare, ed auspicare, senza il botto finale da parte del Milan. I 'giorni del Condor', così come li ha sempre definiti Adriano Galliani, hanno partorito esclusivamente le partenze di Hachim Mastour, spedito in prestito con diritto di riscatto e di 'recompra' al Malaga, Cristian Zaccardo, che ha chiuso con un anno di anticipo la propria esperienza in rossonero passando a titolo definitivo con il Carpi, ed infine Alessandro Matri, che andrà ad arricchire, per la stagione in corso, il reparto offensivo della Lazio.

Galliani, quindi è riuscito nell'impresa di sfoltire la rosa (anche se, alla fine, sono rimasti Antonio Nocerino, che aveva avuto colloqui con la Sampdoria, e Suso, che ha rifiutato di andare al Genoa nello scambio con Diego Perotti e di trasferirsi in prestito al Watford), ma non in quella di accontentare i tifosi rossoneri, che oggi, 1° settembre, si sono risvegliati, per la grande parte, con l'amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere ed invece non è stato. Il mercato del Milan, infatti, quest'anno è iniziato abbastanza presto, già nello scorso mese di maggio, quando, certificato lo strappo con Filippo Inzaghi, Galliani partì alla volta di Madrid per convincere Carlo Ancelotti a ritornare sulla panchina rossonera. Nonostante il rifiuto del tecnico emiliano, fermatosi per un anno sabbatico, il Milan aveva cominciato a ragionare su una serie di ottimi giocatori (João Miranda, Mario Suárez, Mario Mandžukic, Ilkay Gündogan, Diego Godín ecc..) che avrebbero consentito un gran rafforzamento dell'organico rossonero e testimoniato la volontà della società di tornare finalmente competitiva. Specialmente con il sopraggiungere, dall'Oriente, dei capitali della cordata di imprenditori che fanno riferimento all'imprenditore Bee Taechaubol.

Quindi, il cambio netto di strategia: virata decisa su Siniša Mihajlović, partnership di mercato con la Doyen Sports, e due grandi obiettivi nel mirino, Geoffrey Kondogbia per il centrocampo e Jackson Martínez per l'attacco. Il bomber colombiano era stato praticamente preso, per 35 milioni di euro, dal Porto. Quindi, i problemi sorti tra Nelio Lucas, boss della Doyen, e Luiz Henrique Pompeo, agente di Martínez, unitamente alla vetrina della Champions che può offrire l'Atletico Madrid, hanno dirottato il centravanti sudamericano verso la Spagna. Con tanti 'ringraziamenti' per il Milan, e figuraccia mediatica rimediata da Galliani. Per Kondogbia, addirittura, la brutta figura ha assunto proporzioni epiche: due blitz a Montecarlo per parlare con il Monaco, continui dialoghi con l'entourage del calciatore, quasi tutto definito nei minimi dettagli. Salvo, poi, farselo sfilare sotto il naso dall'Inter, nella persona di Piero Ausilio, piombato nello stesso hotel e rapido nel concludere l'affare a tempo record. La doppia botta ha frastornato Galliani, il quale, successivamente, si è affrettato ad acquistare un nuovo centrocampista, quell'Andrea Bertolacci seguito con attenzione nel corso dell'ultimo campionato: la tanta fretta, ed i tanti soldi a disposizione, però, hanno portato l'amministratore delegato a sborsare ben 20 milioni per il ragazzo, appena riscattato dalla Roma.

Come sempre, poi, in casa Milan si è pensato a rinforzare l'attacco. E qui, ad onor del vero, va sottolineato come la società si sia mossa con oculatezza, centrando due ottimi colpi, quali Carlos Bacca (pagato 30 milioni al Siviglia, valore della sua clausola rescissoria) e Luiz Adriano, giunto per soli 8 milioni dallo Shakthar Donetsk. Sembrava essere l'inizio di un grande mercato, caratterizzato, per tutto luglio e tutto agosto, dalle trattative per il ritorno di Zlatan Ibrahimović dal PSG e per l'arrivo di un forte e duttile centrocampista quale Axel Witsel dello Zenit. A conti fatti, poi, Galliani è riuscito solamente ad accontentare il proprio allenatore, calcisticamente innamoratosi di Alessio Romagnoli: per il difensore della Roma, cacciati ben 25 milioni di euro! Troppi, forse, per un ragazzo di 20 anni con una sola stagione da titolare in Serie A. E gridano vendetta quei 45 milioni stanziati, freschi freschi, sul tavolo di Walter Sabatini per la coppia Bertolacci-Romagnoli, che hanno consentito ai giallorossi, diretti concorrenti per la Champions League, di approntare uno squadrone. Al posto di Ibra, è ritornato Mario Balotelli, operazione conclusa a costo zero, certo, ma con tutti gli enormi dubbi ed incertezze del caso; al posto di Witsel, nemmeno Soriano, bensì il solo, pur valido Kucka. Non di certo un calciatore in grado di far compiere il salto di qualità alla squadra, che, in un centrocampo ancora una volta snobbato dalla società rossonera, avrebbe bisogno di un elemento in grado di innalzarne il tasso tecnico. Con la ciliegina finale della trattativa per Witsel, che poteva tranquillamente andare in porto se Berlusconi, indispettito per aver speso 90 milioni sul mercato senza aver centrato troppi obiettivi di livello, non l'avesse stoppata sul più bello sottraendo il portafoglio dalle mani di Galliani.

Soltanto il tempo, ed il campo, diranno se tutti questi errori collezionati dai rossoneri si tramuteranno, magari, in indovinate 'scelte di mercato'.