archivio2015

MEXES, OPS I DID IT AGAIN. E MIHAJLOVIĆ LO PLASMA A CALCIONI

Daniele Triolo

Minuto 62 di Milan-Inter, primo derby dell’anno disputato in terra cinese: angolo di Giacomo ‘Jack’ Bonaventura, pallone a spiovere a ridosso del vertice destro dell’area di rigore; arriva, in corsa, con perfetta...

Minuto 62 di Milan-Inter, primo derby dell'anno disputato in terra cinese: angolo di Giacomo 'Jack' Bonaventura, pallone a spiovere a ridosso del vertice destro dell'area di rigore; arriva, in corsa, con perfetta coordinazione il difensore francese Philippe Mexés, che impatta la spera al volo di collo pieno e la deposita, con beffarda angolazione, alle spalle del portiere nerazzurro Juan Carrizo, immobile come una statua di sale. Un gol meraviglioso che, riporta alla mente la rete realizzata, l'anno scorso, sempre dal francese, contro il Cagliari, a 'San Siro', oppure quella, ancora più bella, messa a segno a Bruxelles, nella Champions League 2012-2013 in casa dell'Anderlecht: una rovesciata da attaccante navigato. Tanto che, nei tifosi rossoneri, serpeggia ironia in merito la reale efficacia di Mexés nel reparto arretrato, e c'è chi lo vorrebbe schierare addirittura centravanti.

Battute a parte, Mexés, che di ruolo è, e resterà, difensore centrale, sta cercando in tutti i modi di convincere il Milan della bontà della scelta fatta. Fino a qualche giorno fa, infatti, il 33enne ex Auxerre e Roma era rimasto senza contratto, con i rossoneri impegnati sul mercato per cercarne un sostituto: Mexés avrebbe pagato, con tutta probabilità, i minuti di follia in Lazio-Milan dello scorso campionato, quando prese al collo Stefano Mauri rimediando quattro giornate di squalifica e facendo fare una figura barbina alla società. Chiese subito scusa, e si era rimesso da subito al lavoro per convincere società, staff tecnico e tifosi: lui si sarebbe ripreso il Milan. E così, effettivamente, è sempre stato: nei suoi ultimi anni in rossonero, Mexés non è mai partito titolare, né con Allegri, né con Seedorf, né con Inzaghi. Eppure, in tutti e tre i casi, alla fine, al centro della difesa nelle gare che contano, e per il maggior numero degli incontri disputati dal Milan, c'è sempre lui. Con Inzaghi era addirittura fuori rosa: da reietto a titolare, è strano il destino del biondo transalpino, che, alla fine, in questa torrida estate di cambiamenti in casa Milan è rimasto alla base un po' perché sul mercato c'è penuria di difensori forti, un po' perché in suo favore si è chiaramente espresso, nel corso della presentazione ufficiale dell'allenatore, il Presidente Silvio Berlusconi.

In attesa del possibile arrivo di Romagnoli dalla Roma, è Mexés che guida la difesa di Mihajlović, e, continuando ad offrire prestazioni come quella odierna, è altamente probabile che al francese riesca anche il miracolo di convincere il serbo a puntare su di lui quale leader della retroguardia. Intanto, dopo la splendida rete realizzata oggi contro l'Inter, Mexés è corso immediatamente dall'allenatore, con un sorriso che era tutto un programma, quasi volesse dire “visto, e voi che non mi volevate riconfermare!”, ricevendo da Mihajlović, di tutta risposta, un calcione nelle terga di puro affetto e riconoscenza. Il feeling tra i due, è innegabile, sta crescendo … e siccome a Mihajlović, in fin dei conti, piacciono i giocatori con gli attributi, non è utopia poter pensare ad un Mexés primo alleato dell'allenatore sul terreno di gioco. Il suo braccio destro, il suo ideale capitano. Magari, anche senza fascia. Per Mexés, questo, sarà un anno importante: si avvicina verso la fine della sua pur eccellente carriera, e dovrà dimostrare di aver raggiunto la piena maturità, smussando gli angoli più deprecabili del suo caratterino, e mettendo la sua esperienza e la sua grinta a disposizione della squadra e dell'allenatore.

Una missione, ne siamo certi, tutt'altro che impossibile.