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MIHAJLOVIĆ detta la strada: 4-3-3 ora, 4-4-2 in futuro

Daniele Triolo

Siniša Mihajlović è stato chiaro: “Il Milan deve giocare con due punte”. Quando rientreranno gli infortunati, il Diavolo cambierà pelle. Scopriamo come

Quest'oggi si è tenuta la consueta conferenza stampa della vigilia di ogni incontro di campionato del Milan: domani, i rossoneri affronteranno a 'San Siro', alle ore 20.45, il Chievo Verona. Siniša Mihajlović cerca la seconda vittoria consecutiva dopo il 2-1 rifilato, con non poche difficoltà, domenica al Sassuolo e, per far ciò che questo si verifichi, si affiderà ancora al modulo visto sia contro i neroverdi sia, la settimana precedente, all'Olimpico di Torino: il 4-3-3. In attacco, dovrebbero cercare ancora Alessio Cerci, Giacomo Bonaventura e Carlos Bacca.

Interpellato dai cronisti sul perché il Milan abbia virato sul modulo a tre attaccanti anziché giocare con un più collaudato 4-4-2, Mihajlović ha fatto notare come, allo stato attuale delle cose, i rossoneri abbiano a disposizione solamente due attaccanti di ruolo: Bacca, per l'appunto, ed il brasiliano Luiz Adriano. “Se parto così, e non sblocco il risultato, o vado sotto e devo cambiare qualcosa, adesso non posso mettere una punta in più – ha sottolineato Mihajlović -: per questo non lo faccio, posso dirvi però che quando torneranno gli attaccanti passeremo certamente al 4-4-2”.

La strada, quindi, è tracciata: sarà tridente fino a che Mario Balotelli, M'baye Niang e Jérémy Ménez non saranno recuperati. A quel punto, il Milan, che secondo l'allenatore “deve giocare con due punte”, passerà al 4-4-2. Come cambierà il Milan nel passaggio da uno schema di gioco ad un altro? Dal punto di vista difensivo, cambierà poco, anche, se, forse, con il centrocampo a tre la squadra è maggiormente coperta. Tra il centrocampo e l'attacco, però, saranno molteplici i cambiamenti: con il 4-3-3, per esempio, può giocare soltanto uno tra Riccardo Montolivo e Nigel De Jong, che ricoprono, in sostanza, la stessa porzione di campo, nonostante le differenti caratteristiche tecniche; nel modulo che prevede, al contrario, due interni di centrocampo, l'italiano e l'olandese potranno giocare l'uno al fianco dell'altro, con la possibilità, per il secondo di operare da frangiflutti davanti la difesa e recupera-palloni in funzione del capitano, che potrà così essere più libero da compiti di copertura e dedicarsi al celere avvio dell'azione.

Nel passaggio dal 4-3-3 al 4-4-2, poi, perderà sicuramente il posto un centrocampista (in ballottaggio per una maglia accanto a Montolivo resterebbero, ad oggi, oltre allo stesso De Jong, Juraj Kucka, Andrea Bertolacci e Andrea Poli) in favore di un attaccante, sia esso Luiz Adriano o Mario Balotelli. Si andrà, infatti, se tutto procederà come nei piani di Mihajlović, verso la conferma di Alessio Cerci a destra e Giacomo Bonaventura a sinistra: l'esterno di Valmontone e l'ex fantasista dell'Atalanta, infatti, sono abili a giocare sia nel tridente d'attacco che in posizione leggermente più arretrata, partendo larghi a centrocampo. Bonaventura, sicuramente, più diligente e tatticamente utile di Cerci, il quale, però, se ben motivato, potrà anche risultare la variabile impazzita di questo camaleontico Milan.

Niang sarà un elemento da non sottovalutare, in quanto il francese, che nel periodo di prestito al Genoa aveva trovato un discreto feeling con la rete, potrebbe rendersi utile in entrambi i moduli: nel 4-3-3, largo a destra nel tridente offensivo, come già fece nel Milan di Massimiliano Allegri; nel 4-4-2, come seconda punta. Un po' come Ménez, cannoniere dei rossoneri nella scorsa stagione, il cui rientro è previsto per febbraio. Forse, stavolta, Mihajlović ha individuato le chiavi di volta del campionato, con un graduale cambio da un modulo ad un altro, ma, come sottolineato a più riprese in questi giorni dai protagonisti, più che i numeri e gli schemi, le partite si vincono con la testa, con la tecnica e con il carattere. A partire da quella di domani contro il Chievo.