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MIHAJLOVIĆ: “PROBLEMI OVUNQUE”. LA SCOSSA DAL MERCATO

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Due partite disputate, zero reti realizzate. Poche le conclusioni nello specchio della porta avversaria, scarsa mole di gioco prodotta e, soprattutto, cinque gol incassati. Tre dalla corazzata Bayern Monaco, e fin qui ci possiamo anche stare, ma...

Daniele Triolo

Due partite disputate, zero reti realizzate. Poche le conclusioni nello specchio della porta avversaria, scarsa mole di gioco prodotta e, soprattutto, cinque gol incassati. Tre dalla corazzata Bayern Monaco, e fin qui ci possiamo anche stare, ma soprattutto due dal Tottenham, non proprio una delle formazioni più potenti della Premier League. Nell'AUDI Cup disputatasi tra martedì e mercoledì a Monaco di Baviera, il Milan ha sicuramente pagato a caro prezzo i duri carichi di lavoro ai quali il tecnico Siniša Mihajlović sta sottoponendo il suo gruppo, ma è innegabile come Montolivo e compagni, rispetto alla tourneé cinese, abbiano compiuto un deciso passo indietro. Forse anche più di uno.

Le uniche note positive vengono da Carlos Bacca, il quale, ogni qualvolta entra in possesso della sfera, dà sempre la sensazione di essere pericoloso e sul punto di creare sconquassi nella retroguardia avversaria. Certo, sempre ammesso che, dal centrocampo, arrivino suggerimenti importanti: un po' difficile, però, sperarlo quando, in un reparto che impiega tre soli uomini, due di questi, nella fattispecie, generalmente, Riccardo Montolivo e Nigel De Jong, restano schiacciati a protezione della difesa ed entrambi, nelle proprie corde, non brillano per fluidità e visione a lungo raggio nell'impostazione del gioco. E' proprio a quel punto che si rende necessario poter disporre, nella propria linea difensiva, di un giocatore abile ad impostare, oltre che a difendere: un po' quello che, con discreto successo, fa Leonardo Bonucci nella Juventus, prima di Conte poi di Allegri.

Ma Mihajlović, tutto questo, lo ha già capito. Le sue parole di rabbia dopo la sconfitta maturata ieri contro il Tottenham (“Abbiamo problemi ovunque, la società sa bene dove deve intervenire per renderci competitivi”), suonano di una piena presa di coscienza e consapevolezza. Questo Milan, così, non va proprio. E la scossa può arrivare, con decisione e tempestività, proprio dagli ultimi 20 giorni di calciomercato. Perchè al Milan, come più volte invocato dal tecnico serbo, manca un centrale, possibilmente mancino, che sia in grado di 'leggere le fasi del gioco'. Possibilmente, che sia Alessio Romagnoli, per il quale la società, per accontentare il proprio allenatore, è pronta a svenarsi ed ad offrire finanche 25 milioni di euro alla Roma. Al Milan, poi, manca un vero regista di centrocampo, sin dai tempi dell'addio di Andrea Pirlo e Mark Van Bommel: si sente pesantemente l'assenza di quel calciatore in grado di dettare tempi, ritmi e velocità alla squadra, e di far, come si dice in gergo, girare il pallone con rapidità. Un elemento che intuisca lo svolgimento dell'azione un istante prima degli avversari, talvolta anche dei compagni di squadra. L'ideale poteva essere Ilkay Gündogan del Borussia Dortmund, e non è detto che i rossoneri, qualora dovesse arenarsi la pista che porta ad Axel Witsel dello Zenit, non possano riprovarci, dopo i primi approcci del maggio scorso dietro consiglio di Carlo Ancelotti.

Infine, al Milan mancherebbero ancora due elementi: un attaccante, soprattutto adesso che M'baye Niang ha dovuto gettare la spugna per tre mesi, ed un trequartista, viste le precarie condizioni fisiche di Jérémy Ménez, la possibile cessione in prestito di Suso, e l'improvvisa voglia di andar via di Keisuke Honda. Per l'attacco, nonostante le parole pronunciate oggi dal Presidente del PSG, Nasser Al-Kheläifi, si cerca, e si cercherà di riportare in Italia Zlatan Ibrahimović. Per la trequarti... forse la soluzione potrebbe essere rappresentata dallo stesso Ibra, ma non va dimenticato nemmeno un possibile ritorno del Milan sul 20enne Marko Pjaca della Dinamo Zagabria. Insomma, dal mercato possono giungere tutte le risposte che Mihajlović chiede alla sua squadra. E dietro l'angolo, ci sono circa 20 giorni per il 'condor' Galliani per stupire, e, ancora una volta, far ricredere gli scettici.

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