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MIHAJLOVIĆ silura i trequartisti: “Non ne ho uno …”

Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan
Siniša Mihajlović stasera cambierà modulo, rinunciando al trequartista: tale decisione suona di bocciatura per Honda e Suso, sul mercato a gennaio

Daniele Triolo

In occasione di Genoa-Milan era suonato un preoccupante campanello d'allarme; quindi, a 'San Siro' contro il Napoli, si è consumato il melodramma rossonero. Due sconfitte consecutive, zero gol realizzati, cinque incassati e la decisione dell'allenatore Siniša Mihajlović di cambiare. Il tecnico serbo ha optato, anche dopo intensi e (si spera) proficui colloqui con il Presidente Silvio Berlusconi e l'amministratore delegato Adriano Galliani, di cambiare modulo ed impostare il suo Milan secondo un nuovo schieramento tattico.

In soffitta il 4-3-1-2, assetto con il quale Mihajlović, a Genova, con la Sampdoria, aveva ottenuto le maggiori soddisfazioni, e spazio al 4-3-3, con un centravanti di ruolo (con tutta probabilità Luiz Adriano in luogo dell'affaticato Carlos Bacca) affiancato da due esterni rapidi e tecnici, vale a dire Alessio Cerci e Giacomo Bonaventura. Si rinuncia, così, al trequartista, quell'elemento di raccordo tra centrocampo ed attacco che, nelle intenzioni dell'allenatore, avrebbe dovuto risultare decisivo per innescare le punte ed, al contempo, assicurare al settore mediano del campo un'adeguata copertura.

Dopo aver inseguito per tutta l'estate il pupillo Roberto Soriano, Mihajlović si è dovuto accontentare, per quel ruolo, di ciò che passava il convento. Keisuke Honda, Suso Fernández Sáez, i due principali duellanti per ricoprire tale posizione; dietro di loro, gli adattati ma pur sempre validi Giacomo Bonaventura ed Andrea Bertolacci. Dei quattro, colui rivelatosi più efficiente nel ruolo è stato, a conti fatti, proprio 'Jack', il quale, però, può esprimere tutto il suo potenziale se parte, come succederà stasera, dall'esterno, oppure, in alternativa, muovendosi sul campo come intermedio sinistro. Un discorso similare può essere fatto per Bertolacci, centrocampista abile negli inserimenti dalle retrovie.

Restano, a quel punto, Honda e Suso. I quali, però, sono stati clamorosamente bocciati ieri da Mihajlović, quando, durante la conferenza stampa della vigilia di Torino-Milan, il tecnico serbo, sollecitato dai cronisti sull'utilizzo o meno dei trequartisti in un ipotetico albero di Natale, ha risposto con un eloquente “non ne ho uno...”. Un siluro in piena regola per il giapponese e lo spagnolo, evidentemente ritenuti non altezza dalla situazione dallo staff tecnico rossonero. Honda, mai positivo in questa stagione, fatto salvo per qualche sporadico rientro in fase difensiva in qualche circostanza, ha di fatto certificato il suo addio a gennaio con le dichiarazioni pesanti, all'indirizzo dell'allenatore e della società, rilasciate ad una tv nipponica dopo Milan-Napoli; Suso, invece, ha disputato da titolare esclusivamente Milan-Empoli del 28 agosto, fallendo la sua chance, e, in occasione delle gare amichevoli contro Mantova e Monza, non ha brillato, e convinto quindi Mihajlović che di lui se ne può tranquillamente fare a meno. Magari, potrà crescere altrove, in prestito, in una squadra che possa consentirgli di giocare con maggiore continuità e minore pressione.

Nel mercato invernale, qualora il Milan dovesse ricominciare a volare, per Honda e Suso la vigilia di Torino-Milan potrebbe essere stata un momento decisivo per il loro futuro professionale. Forse, non più colorato di rossonero.

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