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MILAN, #3certezze svanite: De Jong, Lopez, Menez

Donato Bulfon

Erano tre certezze del Milan dello scorso anno. De Jong, Diego Lopez e Menez, quest'anno sembrano essersi persi. Chi per un motivo o per un altro.

Diego Lopez. Sicurezza del Milan di Inzaghi, era l'àncora a cui aggrapparsi nei momenti bui. Nonostante una difesa tutt'altro che ferrea, aveva sempre garantito parate decisive. Il Milan ha infatti chiuso la stagione scorsa con 526 tiri subiti (15esimo nella speciale classifica), ma con una media tiri subiti/gol dignitosa: occorrevano 10.7 tiri per fare gol a Diego Lopez.

Quest'anno è un'altra storia. Il Milan non riesce mai a mantenere la porta inviolata e anche il portiere spagnolo è finito sul banco degli imputati. Dopo la trasferta di Torino, Mihajlovic ha però citato alcuni problemi fisici che non permettono al suo portiere di allenarsi al massimo. Il dato tiri subiti/gol di quest'anno, fermo a 7, fotografa perfettamente un avvio di stagione imbarazzante, se si pensa che Handanovic permette all'Inter un eccellente 16.3. Mihajlovic deve allora correre ai ripari e recuperare – più psicologicamente che fisicamente ­– uno dei pochi campioni veri di cui dispone.

De Jong. Anima del Milan di Inzaghi, metteva muscoli e corsa a disposizione del gruppo. Rappresentava un filtro eccellente per sanare la mancanza di equilibrio della squadra. Mihajlovic, dopo alcuni tentativi, ha preferito contare su un regista davanti alla difesa, un costruttore piuttosto che un distruttore di gioco, accanto a due mezzali di lotta e inserimento. Se come regista De Jong non garantisce velocità e invenzioni, da mezzala non può produrre gli inserimenti che Mihajlovic gli chiede.

L'unica possibilità di riprendersi un posto da titolare è il passaggio al 4-4-2, modulo di cui si è tanto parlato nelle due settimane di sosta, che sarebbe perfetto per De Jong. Se però Mihajlovic insisterà con il centrocampo a 3, l'olandese rimarrà relegato in panchina e a gennaio potrebbe chiedere la cessione. Dal punto di vista carismatico, sarebbe una perdita enorme per la squadra con poco carattere che si è vista finora.

Menez. Talento e imprevedibilità del Milan di Inzaghi, aveva accentrato il gioco della squadra su di sé. A un certo punto della stagione, l'unico schema del Milan sembrava il seguente: "passatela a Menez e ci penserà lui". Unico vero fantasista della rosa, Mihajlovic lo aveva individuato fin da subito come trequartista titolare. La sua indolenza in campo era una sfida intrigante per l'allenatore serbo, impaziente di trasformare il suo gioiello anarchico in un illuminato a servizio della squadra.

I propositi dell'estate si sono però infranti a causa dei (lunghissimi) postumi di un intervento alla schiena effettuato a giugno. Inizialmente si pensava che Menez potesse recuperare per fine agosto. Invece siamo nella seconda metà di ottobre e ancora non c'è traccia del talento francese.

Diego Lopez tornerà sui livelli da fuoriclasse assoluto dell'anno scorso? Che fine farà De Jong? Verrà ceduto in nome di un modulo rinnegato che tornerà in auge poche settimane dopo, come accaduto con El Shaarawy? E infine Menez rientrerà a novembre, a dicembre, o direttamente nel 2016? Rispondere a queste domande potrebbe essere il crocevia di una stagione iniziata con grandi obiettivi, ma che si sta arenando nelle sabbie mobili di metà classifica.

 

Federico Graziani