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MILAN – Champions, ci siamo: #3indizi che fanno una prova

Redazione

Tenuta difensiva, personalità, occasioni da gol create: il Milan di Mihajlovic, in netta ripresa, adesso può legittimamente puntare alla Champions League

I primi segni di vita intravisti contro Sassuolo e Chievo si sono pienamente manifestati nella trasferta romana contro Lazio. Personalità, attacchi efficienti, solidità in difesa: sono questi gli elementi su cui Mihajlovic sta costruendo la sua squadra.

Uno dei meriti principali di questa rinascita risiede proprio nella rinnovata compattezza difensiva. La serie positiva che ha portato 10 punti in 4 partite nasce infatti con l’abbandono del modulo con il trequartista in favore del 4-3-3. La maggior copertura si mostra nel numero di tiri in porta subiti. Se Sassuolo e Chievo hanno beneficiato di 2 tiri a testa e un solo tiro è stato concesso al Torino, la Lazio è riuscita a tirare contro Donnarumma “ben” 4 volte. Di questi, 3 sono stati effettuati negli ultimi venti minuti, quando la Lazio, sullo 0-2, si è riversata in attacco per cercare una rimonta non riuscita. Per meglio comprendere questi dati, in questa stagione la media dei tiri in porta che una squadra riesce a fare in una partita è 4.6: la media del Milan nelle ultime 4 giornate è 2.25, meno della metà.

La sicurezza della difesa permette agli attaccanti di esprimere tutto il proprio potenziale. Nonostante gli infortuni delle punte centrali, Mihajlovic sembra aver individuato il tridente che funziona. Sempre titolari nelle ultime partite (eccetto contro il Torino, con la staffetta Luiz Adriano – Bacca), Bonaventura, Cerci e il colombiano garantiscono una grande forza offensiva. Mentre i primi due, ispirati dal nuovo modulo, riescono a creare molte occasioni da rete, un’enorme differenza la fa Carlos Bacca, capace di trasformare in gol quasi ogni palla che gli capita tra i piedi I suoi incredibili numeri lo confermano: 6 gol su 9 tiri in porta e conseguente media realizzativa vicina al 70%.

Se difesa e attacco, riescono a rendere al massimo, il merito è senza dubbio di Mihajlovic. Autore di scelte forti nelle ultime settimane – esclusione di De Jong e del trequartista su tutte –, l’organizzazione tattica e lo spirito combattivo che è riuscito a trasmettere alla sua squadra lo stanno premiando. È un Milan compatto, deciso e capace di entusiasmare con giocate finalmente “belle”, non casuali. La continuità di rendimento degli ultimi dieci giorni è frutto di un lavoro atletico e psicologico su cui Mihajlovic ha sempre insistito, nonostante le critiche.

Difesa, attacco, personalità. Tre indizi fanno una prova e dicono che il Milan è sulla buona strada. Uniti al quarto indizio – la posizione in classifica – possono alimentare sogni Champions che sembravano già infranti dopo sette giornate: una classifica mai così corta negli ultimi anni sta infatti riconsegnando al Milan la zona europea. Ora i rossoneri devono dimostrare, contro l’Atalanta, di meritarsi tali posizioni.

Federico Graziani