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MILAN, Diego López è furibondo, Mihajlović scuote lo spogliatoio

Daniele Triolo

La scelta di Mihajlović di cambiare il portiere ha scosso l'ambiente, e fatto capire ai giocatori del Milan come non vi siano intoccabili in squadra

La decisione era nell'aria già dal sabato, ma è diventata ufficiale nella mattinata della scorsa domenica: per Milan-Sassuolo, partita fondamentale per il prosieguo della stagione rossonera e, con tutta probabilità, per il futuro di Siniša Mihajlović sulla panchina del Diavolo, il tecnico serbo ha scelto di puntare sul 16enne Gianluigi Donnarumma, al suo esordio assoluto nella massima serie, e di relegare in panchina il titolarissimo Diego López, 34 anni ed ex estremo difensore del Real Madrid.

Al di là delle dichiarazioni di circostanza rilasciate nel post partita, dove si è detto soddisfatto per l'esordio del giovane collega, augurandogli un radioso futuro, Diego López ha preso malissimo l'esclusione: tra le poche certezze del disastrato Milan di Filippo Inzaghi nello scorso campionato, il portiere iberico è stato messo rapidamente in discussione in questa stagione, dopo qualche partita nella quale, ad onor del vero, tutto è stato fuorché ineccepibile. Mihajlović, notoriamente uno che non guarda in faccia a nessuno, non ha esitato a lasciarlo in panchina, lanciando l'acerbo, promettente classe 1999 dal 1' contro i neroverdi.

Il clamoroso cambio tra i pali, motivato da Mihajlović come una semplice sostituzione per 'un calo di forma che ci può stare', in realtà, ha scosso molto l'ambiente rossonero. I calciatori, infatti, sono scesi in campo contro il Sassuolo maggiormente responsabilizzati, e decisi a vincere il match: ci sono state difficoltà, certamente, contro un avversario che, seppure in 10, vanta un'organizzazione del gioco invidiabile, e giocatori, come Domenico Berardi, in grado di poter fare sempre la differenza. Ma il Milan ha vinto, “con il cuore e con il carattere”, come sottolineato dallo stesso allenatore, anche perché lo spogliatoio ha certamente capito che, con Mihajlović, non esistono intoccabili: o si gioca bene, e si danno garanzie all'allenatore, oppure si finisce dritti in panchina ed in tribuna, senza troppe spiegazioni.

Finora, hanno pagato la 'tassa Mihajlović' i vari Cristián Zapata, Rodrigo Ely, Nigel De Jong, Keisuke Honda, Suso e Luiz Adriano. E, per ultimo, Diego López, il quale, molto probabilmente, guarderà dalla panchina anche il match di mercoledì prossimo contro il Chievo Verona. Siamo certi, però, che la scelta di Mihajlović abbia motivato il portiere spagnolo, apparso negli ultimi periodi deconcentrato, a lottare per riprendersi il posto, così come fu abile, nel suo passato madrileno, a scalzare dai pali della porta delle 'Merengues' un certo Iker Casillas, idolo della tifoseria del Real e dello stadio 'Santiago Bernabeu'. La speranza è che i metodi da sergente di ferro dell'ex allenatore della Sampdoria possano fare breccia nell'orgoglio di tutti quei giocatori rossoneri che, per un motivo o per un altro, sono stati di recente accantonati: magari, potranno rivelarsi un'arma in più nella corsa per un piazzamento in Europa.