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'Al Milan è in corso una ribellione inedita'. E' con questa frase che si apre l'articolo de La Repubblica sul Milan e la sua rinascita. 'Mihajlovic ha osato ciò che nessun predecessore mai: la sfida pubblica a Berlusconi sul suo stesso terreno, la battuta al cianuro', si legge.
'Dopo il 4-1 alla Sampdoria, l’allenatore non ha avuto paura di sottolineare l’assenza del datore di lavoro e la sua tendenza a vedere sempre più verde l’erba del vicino, che nello specifico era oltretutto Montella, pallino berlusconiano. «Stavolta il presidente non è stato costretto a sbagliare spogliatoio: di solito va in quello avversario a fare i complimenti». Pare che Berlusconi, uomo di mondo, i complimenti li abbia poi fatti sul serio al caustico sottoposto'.
Mihajlovic, forte ora di qualche risultato positivo, dell'italianizzazione della rosa e del lancio di giovani rampanti e di talento, come Romagnoli, Donnarumma e in ultimo lo straripante Niang, ha portato a galla la sua inquietudine una volta capito che le voci su un possibile cambio di allenatore a giugno (Conte e Montella in pole) erano fondate. Anche il pubblico di San Siro sembra essersi accodato a Mihajlovic, dopo un primo periodo di grande diffidenza. Insomma, Mihajlovic sta conquistando l'ambiente Milan e non ha paura di esporsi.
In tutto questo, però, è anche consapevole che i prossimi saranno esami decisivi per lui e la squadra. La tabella stilata prevede una risalita in classifica importante da qui a Natale, per mettere nel mirino la Champions League. Dovesse farlo, senza anche inciampare in Coppa Italia con il Crotone, Mihajlovic ne uscirebbe ulteriormente rafforzato. E metterlo in bilico sarebbe impossibile.
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