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MILAN, ennesima sconfitta: sono in pochi a salvarsi

Donato Bulfon

Un Trofeo Berlusconi indigesto per il Milan e Mihajlovic. Tante note negative, poche positive. Sono davvero pochi i giocatori che hanno dato buoni segnali

Un altro derby perso e l'ennesima sconfitta in questo inizio di stagione. Per il Milan le cose non sono iniziate bene e, con il passare del tempo, non sembrano neanche migliorare. Il Trofeo Berlusconi, arrivato forse nel momento peggiore possibile, non ha aiutato la truppa di Sinisa Mihajlovic ad uscire dalla sabbie mobili nel quale il Milan si è pian piano infilato. Non solo, la sconfitta, seppur di misura e in una gara che a livello di punti non contava nulla,  è aggravata dal fatto che buona parte della squadra avversaria era composta da ragazzini della Primavera e da giovani di belle speranze.

Guardare il Milan stasera, in certi frangenti della partita, poteva sembrare un sport per sadici. I grandi nomi rossoneri contro i nomignoli nerazzurri che, hanno venduto cara la pelle e, anzi, l'hanno portata a casa. Davanti ad un presidente Berlusconi deluso e amareggiato, che non ha voluto parlare sentendosi sconfitto nella "sua" partita, quella cioè del ricordo di suo padre Luigi. In campo si è visto un Milan apatico, incapace di affrontare la gara con il piglio del comando. Chi doveva far ricredere Mihajlovic, ahimè, non c'è riuscito. Sono pochi davvero i lati positivi di una serata della quale in molti avrebbero voluto farne a meno. Male la difesa, con Mexes in reale ritardo di condizione e gli esterni Abate, De Sciglio e Antonelli, non pervenuti. Bene il giovane Donnarumma, ma questo non basta, come le sortite offensive di Rodrigo Ely. A centrocampo l'infortunio di Bertolacci ha forse cambiato qualcosa, ma la sostanza no. De Jong lento e inconcludente, Poli e Mauri meno dinamici del solito. Nel reparto offensivo un Luiz Adriano irritante, quanto un Cerci fumoso, non hanno permesso al Milan di segnare e quindi di  vincere o almeno di pareggiare. Qualche segnale incoraggiante è arrivato dal giapponese Honda, uno dei pochi veramente pericoloso e attivo, soprattutto nel secondo tempo. Seconda frazione che ha visto anche la presenza di Kevin Prince Boateng, che è sembrato volenteroso e in forte crescita, oltre che l'unico dei pochi a crederci ancora.

E sono queste forse le poche note liete della serata, unite all'unico vero calciatore rossonero che continua a stupire. Il nome è quello di Davide Calabria, che anche stasera ha confermato che di lui ci si può fidare sempre. E non come Suso, che ancora una volta non ha sfruttato l'occasione e non è riuscito mai a prendere per mano la squadra ed esserne parte integrante, ma solo un oggetto a sé stante. C'è ancora tanto da lavorare. A questo punto, bisogna capire in fretta qual è il problema. E di affrontarlo subito.