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MILAN, enorme potenziale inespresso: pareri unanimi

Sinisa Mihajlovic Milan
Il Milan è in netta crescita, ma secondo diversi esperti la squadra di Sinisa Mihajlovic può crescere ancora di più, soprattutto sul piano del gioco

Redazione

Negli ultimi giorni alcuni importanti uomini di calcio hanno espresso pareri molto positivi sul Milan, che sta attraversando alti e bassi ma sembra sulla buona strada. In un’intervista a Il Giornale, il grande ex Carlo Ancelotti ha inquadrato immediatamente i problemi del Milan, affermando che «Mihajlovic ha puntato, al contrario di Mancini, sul gioco e sta incontrando qualche difficoltà in più». La ricerca del gioco è chiaramente la strada più difficile e più lunga da raggiungere, soprattutto quando bisogna fare i conti con molti infortuni, ma è anche quella che porta a risultati più sicuri nel lungo periodo. Se l’Inter punta tutto sulla difesa nella speranza di fare almeno un gol a partita – e a dire il vero finora questa tattica sta dando ragione alla capolista –, il Milan alterna convincenti prove collettive a preoccupanti vuoti prestazionali. Entrambi i momenti sono comunque necessari in qualunque processo di crescita.

Anche Ernesto Bronzetti, intermediario che ha spesso collaborato con il Milan, vede l’avanzamento positivo della crescita rossonera. Ha infatti dichiarato a Tuttosport di essere rimasto «impressionato» dalla gara contro la Lazio, momento più alto della stagione milanista, in cui si sono viste per la prima volte tutte le potenzialità della squadra. Il problema della ricerca del gioco è dunque la chiave per comprendere il momento del Milan. Come ha individuato anche Cesare Prandelli in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, «Mihajlovic non ha però alle spalle la base vincente lasciata per esempio alla Fiorentina da Montella, alla Juventus da Conte o al Napoli da Benitez». Questo è il centro della questione: il processo di rifondazione è partito l’estate scorsa e non ha potuto contare su solide basi, anch’esse da ricostruire da zero. Da qui si spiega la confusione tattica, con il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3 per approdare a un futuro 4-4-2, e la mancanza di gerarchie tra titolari e non. Due elementi che hanno caratterizzato il primo Milan di Sinisa Mihajlovic.

Dopo tre mesi di campionato, però, pare che le indecisioni iniziali stiano lentamente sfumando verso un più chiaro assetto tecnico-tattico: gli undici titolare sono quelli visti contro la Lazio. Se la mancata prestazione contro l’Atalanta si può giustificare con la squalifica di Bonaventura e l’infortunio di Bertolacci, elementi ormai fondamentali, al contempo è anche la prova più evidente che la rosa non è abbastanza profonda. Il potenziale intravisto dagli addetti ai lavori comunque è evidente ed è in continua maturazione. Si tratta ora di dar seguito al processo di crescita, magari con qualche intervento sul mercato di gennaio. Certo è che per invogliare la società ad altri investimenti il cammino da qui alle vacanze deve essere eccellente. Il calendario aiuta: le ultime quattro partite sulle cinque che restano sono decisamente abbordabili (Samp e Verona in casa, Carpi e Frosinone in trasferta). Per affrontarle al meglio serve però una prestazione di personalità nella partita di sabato sera: uscire a testa alta dallo Juventus Stadium sarebbe un passo avanti decisivo nella maturazione di una squadra dalle grandi potenzialità.

Federico Graziani