Quando, lo scorso 3 luglio, fu presentato in pompa magna a 'Casa Milan', Siniša Mihajlović tutto avrebbe pensato fuorché di essere messo in discussione nemmeno due mesi più tardi. In quell'occasione, difatti, il Presidente Silvio Berlusconi non fece altro che sottolineare la bontà della scelta del nuovo allenatore per il suo Milan, che necessitava di un tecnico di 'ferro', dal grande carisma e di polso, per rimettere in riga una squadra uscita con le ossa rotte dall'ultima, disastrata stagione.
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MILAN, Mihajlović, il derby e lo spettro di Montella
Con il passare dei giorni, quindi, Berlusconi, addirittura, si era affrettato ad investire Mihajlović del ruolo di “miglior acquisto estivo del Milan”, per come, in pochissimo tempo, era stato bravo a risollevare il morale di Nigel De Jong e compagni, apparsi rivitalizzati dalle cure dell'allenatore di Vukovar, e per quanto la squadra aveva rapidamente assimilato i nuovi dettami tecnici ed il modulo 4-3-1-2, tanto caro, da sempre, al patron rossonero. Quindi, sono arrivate le prime, concrete difficoltà stagionali, con la doppia, pesante sconfitta in AUDI Cup contro Bayern Monaco (0-3) e Tottenham Hotspur (0-2), perdonate dalla presidenza per via di un'ancora approssimativa condizione atletica e per i pesanti carichi di lavoro in allenamento non smaltiti appieno dai giocatori.
L'esordio in Coppa Italia contro il Perugia, un 2-0 a 'San Siro' firmato da Keisuke Honda e Luiz Adriano aveva probabilmente illuso Berlusconi, Adriano Galliani, e l'intero staff tecnico che questa sarebbe stata una stagione in discesa. Invece, a Firenze, sono emerse tutte le difficoltà di una squadra ancora in costruzione, con i nuovi acquisti che faticano ad integrarsi (eccezion fatta per i due, micidiali, attaccanti sudamericani, Carlos Bacca e Luiz Adriano) e di qualche scelta discutibile di Mihajlović, come quella di affidarsi ad una giovanissima coppia di difensori centrali nell'esordio in campionato a Firenze, e quella di giocare, sempre al 'Franchi', con la linea di difesa molto alta, al punto tale di essere ripetutamente bucata in verticale dai palleggiatori e dai velocisti a disposizione di Paulo Sousa. Contro l'Empoli, la giornata seguente, Berlusconi, nel frattempo costantemente sollecitato da Mihajlović a ritornare sul mercato per acquisirgli un altro suo pupillo, Roberto Soriano, si aspettava un pronto riscatto, una prestazione vincente ma soprattutto convincente. La vittoria, uno striminzito 2-1, è arrivata, ma soltanto quella. La prova del Milan, infatti ha lasciato notevolmente a desiderare, tanto che lo stesso Mihajlović è uscito fuori dal campo infuriato, quasi come se il Milan avesse rovinosamente perso tra le mura amiche contro i toscani.
Berlusconi non ha gradito i risultati altalenanti fin qui collezionati dalla squadra; in particolare, sembra che il Presidente sia molto risentito per aver investito oltre 90 milioni sul mercato al fine di vedere, finora, prestazioni di squadra non troppo distanti da quelle, molto scadenti, che offriva il Milan di Filippo Inzaghi la scorsa stagione. Alcune voci di corridoio, addirittura, segnalano Berlusconi già pentito della scelta di aver puntato su Mihajlović, e pronto a sostituirlo qualora, nel derby di domenica sera, il Milan dovesse disputare un'altra gara di basso livello o, peggio, uscire sconfitti dal prato verde del 'Meazza'. Le tante certezze, e sicurezze, del primo mese hanno lasciato spazio a molti dubbi e domande nella testa del Presidente, il quale, non è un mistero, conserva una particolare simpatia per Vincenzo Montella, ex tecnico della Fiorentina attualmente disoccupato dopo l'esonero ricevuto dalla società viola.
Proprio Montella, forse casualmente, forse no, era presente sabato 29 agosto in tribuna a 'San Siro' per assistere a Milan-Empoli: che la sua apparizione meneghina fosse già un segnale per Mihajlović? Più di qualche giornalista si è detto convinto che la presenza di Vincenzo Montella in tribuna sia da collegare a dei contatti, già avvenuti, tra l'allenatore campano e la dirigenza rossonera. Tocca a Siniša Mihajlović, adesso, spazzare via qualsiasi nuvola nera addensatasi di recente sulla sua testa, a cominciare dall'offrire una grande prestazione in un derby mai tanto importante come in questo particolare momento della stagione.
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