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MILAN, Montolivo: segnali di crescita tra leadership e qualità

Daniele Triolo

Riccardo Montolivo ha sfoderato nel derby un'ottima prestazione: il capitano non ha sprecato la chance concessagli da Siniša Mihajlović

Qualcosa lo si era già capito nella conferenza stampa della vigilia del derby, quando Nigel De Jong, sollecitato dalle domande dei cronisti, aveva dichiarato di non essere così sicuro di scendere in campo contro l'Inter. A fare da contraltare al rabbuiato olandese, l'enorme fiducia palesata in conferenza stampa da Riccardo Montolivo il quale, il giorno successivo, è effettivamente sceso sul terreno del' Meazza', al posto di De Jong, nel ruolo di regista davanti la difesa, per guidare i rossoneri nella stracittadina milanese.

Ed il capitano, a conti fatti, non ha sprecato la chance, la prima da titolare in questa stagione, concessagli da Siniša Mihajlović. Con tutta probabilità, la scelta dell'allenatore serbo di puntare su Montolivo dal 1' è stata dettata anche dalla contemporanea indisponibilità di Andrea Bertolacci, che ha costretto giocoforza Mihajlović a rinunciare ad un ulteriore uomo di sostanza (De Jong, appunto) per innervare il proprio centrocampo con un pizzico di talento e qualità. Caratteristiche nelle corde di Riccardo Montolivo che, contro l'Inter, si è calato alla perfezione nella parte disegnatagli da Mihajlović: l'ex centrocampista di Atalanta e Fiorentina ha perso pochissimi palloni, la maggior parte dovuta a contrasti di gioco e non in seguito ad errori individuali, anzi, al contrario, il suo impiego da titolare ha consentito al Milan di far girare meglio il pallone, con maggior velocità e fluidità. Due tocchi e via: Montolivo è apparso 'sveglio', di testa, e 'rapido', di gambe, conferendo alla manovra rossonera un ritmo sostenuto e gagliardo. Di ciò hanno beneficiato i due laterali rossoneri, Ignazio Abate e Mattia De Sciglio, spesso lanciati dall'inventiva del capitano negli spazi aperti della retroguardia nerazzurra.

Insieme a Juraj Kucka, inoltre, Riccardo Montolivo si è fatto apprezzare molto perché ha lottato su ogni pallone, tentando sovente di andare a contrastare i dirimpettai Felipe Melo e Geoffrey Kondogbia, fisicamente più possenti ed attrezzati del 30enne regista rossonero. Montolivo ci ha messo l'anima, ha dimostrato di tenere alla maglia del Milan, brillando particolarmente per la qualità espressa nel fulcro del centrocampo, settore nevralgico, anima di una squadra, e mostrando netti segnali di crescita sotto il punto di vista della leadership, giacché ha preso per la mano la squadra cercando di guidarla per tutto l'arco dei 90'. Un gran progresso per Montolivo, al quale è stata spesso rimproverata la mancanza di carisma e la tendenza a giocare 'a nascondersi' non appena il gioco sembra farsi più duro. Una prova come quella offerta domenica sera contro l'Inter contribuirà sicuramente ad accrescere l'autostima di Montolivo il quale, se continuerà a sentire la giusta fiducia intorno a lui dall'allenatore e dai propri compagni, potrà rivelarsi un'arma in più nell'arsenale rossonero. Che quel regista cercato in lungo e largo nel corso del mercato il Milan ce l'avesse già in casa? D'altronde, nella stagione 2012-2013, quando Massimiliano Allegri impiegò Riccardo Montolivo davanti la difesa dopo l'infortunio che mise fuori causa Nigel De Jong a novembre e per il resto della stagione, il Milan cominciò la lunga rimonta che terminò, a maggio, con la conquista del terzo posto in campionato. Corsi e ricorsi storici, i quali, spesso, tendono a ripetersi.