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Dopo le vittorie contro Sassuolo (2-1), Chievo (1-0) e Lazio (3-1), il Milan aveva illuso i propri sostenitori: la stagione rossonera sembrava aver subito una svolta, e la squadra sembrava essere in rampa di lancia verso le più alte posizioni della classifica di Serie A. Lo scorso 7 novembre, battendo in casa l'Atalanta, Riccardo Montolivo e compagni avrebbero potuto sedersi in poltrona nella domenica di campionato per guardare le gare delle avversarie soltanto a due punti di distanza dal primato. Invece, lo 0-0 contro gli orobici, e la successiva sconfitta per 1-0 allo 'Stadium' contro la Juventus, hanno ricacciato i rossoneri lontano dalla zona Champions (ora distante 8 lunghezze) e persino dalla zona Europa League (-2).
Il gioco, ammettiamolo, latita. Il Milan alterna partite ben giocate a prestazioni incolori, dove fatica a sviluppare una manovra accettabile. Di conseguenza, i risultati sono altalenanti, e si può passare, come sopra descritto, dall'euforia per una partita stravinta, sotto il punto di vista mentale, fisico e tecnico, come quella dell'Olimpico contro la Lazio, diretta concorrente per l'Europa, alla depressione per una prestazione abulica, fiacca, e sorprendentemente deficitaria come quella offerta a 'San Siro' contro l'Atalanta. La squadra, ad oggi, ancora non riesce a crearsi, ed a mantenere, una sua identità e, finché perdurerà questa situazione, sarà alquanto complicato risalire la graduatoria nel massimo campionato.
Anche in questo momento di forte incertezza, però, in casa Milan non va visto tutto a forti tinte scure. Qualche nota positiva, qualche timido segnale di miglioramento, lo si può intravedere anche in fondo a questo tunnel apparentemente senza fine. Prima di tutto, i rossoneri, negli ultimi tempi, hanno registrato la difesa. Fatto fuori Diego López, e promosso titolare Gianluigi Donnarumma, tra i pali, in difesa il quartetto titolare è oramai composto da Ignazio Abate, Alex, Alessio Romagnoli e Luca Antonelli: dopo le 13 reti subite nelle prime 7 gare di campionato, i rossoneri ne hanno subiti appena 4 nelle ultime 6, di cui soltanto due (quelli di Daniele Baselli contro il Torino e di Paulo Dybala contro la Juventus) decisivi ai fini del risultato.
Conseguentemente, il Milan ha migliorato la propria organizzazione sul terreno di gioco: con il 4-3-3, e con Juraj Kucka stabilmente a protezione del playmaker Montolivo, i rossoneri hanno trovato un assetto che permette loro di soffrire pochissimo, di subire meno conclusioni verso la propria porta, e di attaccare con maggiore convinzione rispetto ad inizio stagione, potendo sfruttare la vivacità, sugli esterni, di Alessio Cerci, Giacomo Bonaventura e, ultimamente, del redivivo M'baye Niang. Inoltre, dato da non sottovalutare, finalmente, dopo anni, il Milan, invece di subire rete su calcio piazzato, in questa stagione i gol li realizza. I rossoneri sono la prima squadra della Serie A per reti segnate o su calcio piazzato diretto, o sugli sviluppi dello stesso: Mario Balotelli e Giacomo Bonaventura, per esempio, hanno infilato la porta avversaria su punizione contro Udinese e Palermo, mentre Luiz Adriano, che finora ha messo a segno due gol in campionato contro Empoli e Sassuolo, ha potuto inzuccare alle spalle del portiere ospite dei precisi traversoni provenienti da calcio d'angolo.
Infine, il gruppo. Nelle ultime due stagioni, sotto la conduzione tecnica di Clarence Seedorf (gennaio – giugno 2014) e Filippo Inzaghi (luglio 2014 – giugno 2015), al Milan non si respirava una bella aria. Litigi, malumori, a volte anche risse sfiorate (come quella tra Marco Amelia e Daniele Bonera), giocatori propensi ad alzare spesso la voce per lamentarsi … e, stranamente, da Milanello, una volta 'fortino inespugnabile', le voci ed i 'rumors' si diffondevano con inquietante regolarità. Quest'anno, al contrario, al Milan sembra tornata una bella atmosfera: il gruppo è unito, compatto, rema nella stessa direzione. Al di là di qualche ovvio 'mal di pancia' di chi gioca di meno, i giocatori del Milan hanno ritrovato unità di intenti e la voglia di vivere, e di vincere insieme. In questo mare di oscurità, dunque, eccole, le note positive. E sono tutti meriti del 'sergente di ferro', Sinisa Mihajlovic, che, pur tra le mille difficoltà che sta incontrando nel ricostruire una squadra vincente, ha cominciato a lavorarci dalle fondamenta, cercando di far leva sul cuore dei suoi ragazzi, con l'obiettivo di ritrovare quello 'spirito Milan' andato perdendosi nel tempo. Un lavoro che, ne siamo certi, alla lunga pagherà i suoi frutti. Con la speranza che, nel breve, il Milan risponda anche sul campo alle aspettative della società e dei suoi tifosi.
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