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Non sono tanto i punti persi contro Atalanta e Juventus a pesare sulle spalle di Mihajlovic, quanto le brutte prestazioni della squadra. Inevitabile la reazione del presidente che questa volta ha preferito non parlare, ma tra le righe ha lasciato comunque trapelare tutta la propria insoddisfazione, stanco e arrabbiato di non vedere quello che continua a chiedere, ossia il bel gioco. Dopo la trasferta dell’Olimpico la squadra ha subito un’involuzione, scendendo sempre in campo con un atteggiamento rinunciatario e per niente aggressivo: leggermente meglio con l’Atalanta, non pervenuta contro la Juventus. Il Milan fatica a trovare una propria identità, problema che si protrae già da tempo, a cui si aggiunge la pressione che arriva dall’alto e non permette all’allenatore di lavorare con la giusta serenità. Berlusconi degli ultimi anni ricorda un po’ Zamparini, ben cinque, infatti, gli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Milan dalla fine dell’era Ancelotti a oggi. Giusta la scelta di mandar via Leonardo, a cui forse il ruolo di dirigente vestiva meglio, giusta quella di esonerare Allegri con cui la squadra aveva perso il feeling.
Opinabile, invece, tutto il resto. Il cartello “WORK IN PROGRESS” è sempre lì, fuori dai cancelli di Milanello, Seedorf e Inzaghi l’avevano affisso e non sono mai riusciti a toglierlo, Mihajlovic ci sta provando, o almeno vorrebbe. Analizzando la situazione, si potrebbe dire che in difesa i lavori sono in dirittura d’arrivo, i rossoneri stanno incassando molti meno gol grazie alla sicurezza acquisita dai centrali e al talentuoso Donnarumma tra i pali. Non bene invece il reparto più avanzato, che il centrocampo avesse bisogno di un totale restyling si sapeva già in estate e nonostante la rinascita di Montolivo e la sorpresa Kucka, bisogna ancora intervenire. Peccato per Bertolacci, che complici anche gli infortuni, non riesce a emergere raccogliendo più critiche che complimenti, legate inevitabilmente all’alto costo del suo cartellino. Per quanto riguarda l’attacco, a secco da due giornate, il problema non è tanto di qualità, quanto di intesa e, forse, di disposizione in campo.
Il 4-3-3 tanto caro a Mihajlovic penalizza alcuni giocatori, Bacca in primis, sembrava che, giunto alla 14a giornata, il Milan dovesse cambiare modulo, si era parlato di 4-4-2 con la coppia Bacca-Luiz Adriano per dar più peso all’attacco, ma è ancora tutto da decidere. Mihajlovic al bivio: indeciso tra la conferma del primo e la novità del secondo. La partita con la Sampdoria è importante ai fini classifica, ma soprattutto per riportare in alto il morale. Sarà un tour de force da sabato alla partita con il Frosinone del 20 dicembre, soprattutto per l’importanza della posta in palio: 12 punti per non essere tagliati fuori dalla corsa Champions.
@FedericaDB22
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