archivio2015

MILAN: nuovo centrocampo, vecchi problemi

Daniele Triolo

Il Milan di Siniša Mihajlović ha recuperato pezzi in mezzo al campo, ma a Genova è sembrato perdere le certezze emerse nelle partite precedenti

Quattro gare in trasferta, tre sconfitte (0-2 contro la Fiorentina, 0-1 contro Inter e Genoa). E, per poco, anche in occasione dell'unica vittoria, il 3-2 del 'Friuli' contro l'Udinese, non riusciva a complicarsi la vita con un secondo tempo disastroso. Il Milan di Siniša Mihajlović, è innegabile, sta accusando molteplici difficoltà in questo avvio di campionato. La squadra alterna momenti di bel calcio, e di straordinario cinismo sotto rete, a lunghi tratti di 'assenza dal campo', dove sembra che gli avversari siano il doppio. E che corrano il doppio. Per fare un esempio pratico: al bellissimo primo tempo di Udine, chiuso sul 3-0 e con una bella prestazione corale, possono far seguito rapidamente, senza preavviso alcuno, il secondo tempo della stessa partita, oppure la prima frazione di gara disputata ieri al 'Ferraris' contro il Genoa.

Sotto accusa, certamente, c'è la difesa, che ha già subito 9 reti in appena 6 gare disputate, con la media di un gol incassato ogni 60', e dove, in ogni partita, si registrano paurose amnesie, inconcepibili per una squadra che punta alla qualificazione in Champions League. Ma, soprattutto, il più grande problema del Milan di Mihajlović si trova a centrocampo. Il gioco dei rossoneri non decolla, anzi: fino ad ora, la manovra del Milan è stata fluida e ben articolata soltanto a sprazzi, e questo non soltanto per merito/colpa del playmaker davanti la difesa. Dopo le prime due partite, contro Fiorentina ed Empoli, nelle quali Mihajlović aveva scelto in quel ruolo Nigel De Jong, con scarsi risultati sotto il punto di vista dell'impostazione del gioco, l'allenatore ha optato per il rilancio di Riccardo Montolivo. Venendone ripagato discretamente per un paio di partite, salvo poi ripiombare in dubbi amletici dopo l'orrida prova fornita dal 30enne ex centrocampista di Atalanta e Fiorentina contro i rossoblu di Gian Piero Gasperini.

E che dire degli interni? Contro il Genoa è ritornato Andrea Bertolacci, assente da inizio settembre, ed il 24enne centrocampista romano ha giocato anche dignitosamente, facendo vedere dei lampi di cosa potrà, nel futuro immediato, essere in grado di dare al Milan. Ma quanto offerto al 'Ferraris' non può bastare, soprattutto per un calciatore pagato ben 20 milioni di euro. De Jong, confermato per la seconda gara di fila nel ruolo di intermedio destro, non ha convinto: troppo largo sulla destra, rende la metà; se si accentra, pesta i piedi a Montolivo. Non è un caso se Mihajlović, una volta trovatosi alle prese con l'espulsione di Alessio Romagnoli e costretto ad inserire un altro difensore, ha tolto dalla mischia proprio l'olandese. Giacomo Bonaventura, che bene aveva impressionato arretrato nel terzetto di centrocampo contro Palermo e Udinese, ha offerto una prova insufficiente schierato dietro le punte; le alternative, Andrea Poli e Juraj Kucka su tutte, per quanto utili e sempre pronte a scendere in campo con il coltello tra i denti, difettano in classe e non rappresentano, palesemente, quegli elementi in grado di innalzare più di tanto il livello qualitativo del centrocampo.

Un settore che Mihajlović, in sostanza, continua a stravolgere, partita dopo partita, non ottenendo i risultati sperati. Centrocampo sempre nuovo, ma i problemi sono sempre quelli. Si gioca sotto ritmo, si corre spesso a vuoto, si verificano pochi inserimenti dalle retrovie senza pallone, si fa poco, pochissimo filtro in occasione delle ripartenze degli avversari. E, soprattutto, il Milan manca di concentrazione nell'arco dei 90': spesso, oltretutto, i rossoneri hanno sbagliato l'approccio alla gara, come accaduto contro il Genoa. Problemi atavici, che Siniša Mihajlović dovrà risolvere nel più breve tempo possibile, per non rischiare di gettare alle ortiche già in ottobre la stagione che avrebbe dovuto rilanciare il Milan in zona Champions.