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MILAN, qui comando io: lode al coraggio di Mihajlović

Sinisa Mihajlovic Milan
Siniša Mihajlović sempre più padrone di questo Milan. Che si sta ritrovando anche grazie alle scelte, spesso impopolari, del suo allenatore

Daniele Triolo

Quindici giorni fa, il Milan navigava in brutte acque. Anzi, in acque torbide: la squadra rossonera poteva contare appena 9 punti in classifica, frutto di 3 sole vittorie (per altro, molto sofferte, contro Empoli, Palermo e Udinese), e ben 4 sconfitte, contro Fiorentina (0-2), Inter (0-1), Genoa (0-1) e Napoli (0-4). Una situazione inaccettabile per una squadra che, secondo le intenzioni della società, dovrebbe qualificarsi, al termine di questa stagione, alla prossima Champions League.

Siniša Mihajlović, tecnico del Milan, che è stato scelto la scorsa estate dal club con l'obiettivo di risollevare una squadra che, nelle ultime stagioni, non ha regalato chissà quali soddisfazioni alla proprietà ed ai propri tifosi, ha a quel punto deciso di tirare fuori tutto il suo coraggio, e di dimostrare le qualità di leader, di 'sergente di ferro', per le quali era stato chiamato al capezzale rossonero. Attraverso delle scelte importanti, talvolta impopolari, ma senza dubbio efficaci, Mihajlović sta riuscendo nell'intento di far virare la stagione del Milan verso più rosee prospettive.

A Torino, contro i granata di Giampiero Ventura che fino a quel momento avevano fatto l'en plein in casa, il tecnico serbo, resosi conto del naufragio del 4-3-1-2 e della scarsa affidabilità dei trequartisti a disposizione nel suo organico (Keisuke Honda, Suso), ha cambiato modulo, dando un duro colpo al cuore del Presidente Berlusconi, passando al 4-3-3, liberando la creatività di Giacomo Bonaventura sulla fascia sinistra, posizione nella quale 'Jack' esprime al meglio tutto il suo talento, e rilanciando Alessio Cerci nel suo ruolo prediletto. Risultato finale, 1-1, con un buon Milan per almeno 70'. Nelle due partite successive, entrambe in casa, contro Sassuolo e Chievo, poi, Mihajlović, che nella sfida con il Torino era rimasto deluso dal rendimento di Diego López, colpevole sul gol subito da Daniele Baselli, ha addirittura gettato nella mischia dal 1' il 16enne portiere Gianluigi Donnarumma, debuttante assoluto nella massima serie, e nelle gare, probabilmente, più delicate per la storia recente del Milan. Il giovane estremo difensore è stato promosso a pieni voti, confermando la bontà della scelta dell'allenatore milanista.

Le due vittorie contro i neroverdi (che avevano perso soltanto una volta nelle ultime tredici partite) e contro i clivensi (che erano andati sempre a segno in trasferta in questo campionato), poi, non hanno fatto altro che rafforzare la posizione, e la leadership, di Mihajlović in questo particolare momento storico per il Milan. Ma non è tutto, perché l'ex allenatore della Sampdoria, il quale, notoriamente, è un tipo che non guarda in faccia a nessuno, nel corso di questi mesi aveva già cercato di imporre il proprio marchio sulla squadra rossonera, promuovendo dalla Primavera il giovane ma valido terzino Davide Calabria e poi, una volta resosi conto della sua incompatibilità tattica con Riccardo Montolivo, ha spedito in panchina anche uno dei pilastri del Milan, quale l'olandese Nigel De Jong.

Con coraggio, e con un pizzico di buona sorte, Siniša Mihajlović sta riuscendo, però, a plasmare quello che, ora, può essere definito davvero 'il suo Milan'. E ci sta riuscendo anche a costo del proprio posto di lavoro, e del progetto che, a luglio, aveva iniziato con tanto entusiasmo. Forse, il Milan ha finalmente trovato quel condottiero di cui aveva, da qualche stagione, disperatamente bisogno.

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