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MILAN REVIEW: Primavera, la potenza è nulla senza il controllo

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Il talento nel vivaio rossonero è moltissimo, ma non sempre riesce a sbocciare. Fondamentali sono equilibrio e umiltà, riaspetti ad alcuni casi del passato

Luca Fazzini

Le ultime annate del Milan hanno portato pochi punti, coppe e soddisfazioni, suscitando al contrario diverse delusioni nell'umore dei tifosi del Diavolo. La società, quindi, da qualche anno ha deciso di puntare nuovamente sul settore giovanile, che in passato aveva prodotto diversi talenti come Baresi o Maldini. E il nuovo sviluppo del vivaio rossonero inizia a dare i propri frutti: negli ultimi anni hanno esordito in Serie A De Sciglio, Cristante, Donnarumma e Calabria, oltre a Mastalli e Felicioli che l'anno scorso hanno assaggiato per pochi minuti il palcoscenico dei grandi. Tra questi, però, gli unici ad aver sfondato sono De Sciglio, Donnarumma e Calabria. Se i primi due sono stabilmente titolari nell'undici di Mihajlovic, anche il terzo può considerarsi fortunato, visto che - a 19 anni - è già partito titolare e viene tenuto molto in considerazione dal tecnico rossonero. Al contrario, Cristante ha fatto le valige destinazione Lisbona ma presto potrebbe tornare in Italia e anche Mastalli non si trova perfettamente a suo agio a Lugano e potrebbe cercare squadra tra Serie A e Serie B.

Il discorso, dunque, è molto complesso. Il talento è molto, anche in cascina, ma si fa fatica a direzionare i ragazzi e soprattutto occorre un grande sforzo da parte dei ragazzi stessi. Gli ingredienti minimi devono essere talento ma soprattutto equilibrio e umiltà. Le qualità tecniche sono essenziali, ma non bastano. Basta vedere la Primavera di Brocchi per rendersene conto: la qualità è massima, e la classe dei '98 è eccezionale, ma i risultati restano buoni (non ottimi) e di lavoro da fare ce n'è ancora.

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