Ieri sera, per eliminare il Crotone, formazione (seppur molto valida) di Serie B, il Milan di Sinisa Mihajlovic ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Il Diavolo ha dovuto far ricorso all'utilizzo, a gara in corso, dei 'titolari' Riccardo Montolivo, Giacomo Bonaventura e M'baye Niang, i quali, nei supplementari, hanno risolto il match in favore dei rossoneri, poiché le cosiddette 'seconde linee', alle quali Mihajlovic aveva voluto concedere un'occasione, hanno deluso su tutto la linea.
archivio2015
MILAN, riserve demotivate e non all’altezza: si cambi
Cristián Zapata ha spiccato, in negativo, su tutti, facendosi beffare come un dilettante in occasione del momentaneo pareggio del Crotone, firmato da Ante Budimir. Ma non è stato soltanto l'ormai tristemente noto colombiano a fallire la chance fornita da Mihajlovic, il quale, per schierare un undici iniziale quasi sperimentale, ha rischiato anche la crisi diplomatica con i vertici societari. Male, per esempio, gli esterni di difesa: Davide Calabria non ha reso secondo le aspettative, e per come aveva abituato i tifosi rossoneri ad inizio campionato. Forse, avrà pagato la ruggine delle tante, troppe gare trascorse a scaldare la panchina. Resta un mistero Mattia De Sciglio: si disimpegna discretamente quando indossa la maglia della Nazionale italiana, mentre, sistematicamente, appare timido, impacciato, e non all'altezza, quando indossa la maglia del Milan, la squadra del suo cuore. Probabilmente, sbaglia l'approccio mentale alle gare, e, su di lui, continua a pesare, a distanza di anni, l'etichetta di 'nuovo Maldini' affibbiatagli anni fa. A centrocampo, è risultato appena sufficiente Andrea Poli, mentre sono state negative le prestazioni di Antonio Nocerino e José Mauri. Flop clamoroso quello dell'italo-argentino, il cui procuratore, non più tardi di un mese fa, aveva 'alzato la cresta', chiedendo a gran voce più spazio per il suo assistito. A giudicare dalla gara di ieri sera, non riteniamo se lo sia poi chissà quanto meritato. Entrambi partiranno a gennaio.
E che dire dell'attacco? A parte Luiz Adriano, che comincia ad entrare in sintonia con i compagni, a comprendere gli schemi di Mihajlovic, ed a segnare con una certa regolarità, persistono delle grandi, enormi perplessità su Keisuke Honda e lo spagnolo Suso. Il giapponese, di recente, ha reclamato spazio, interrogandosi sul perché non giocasse più titolare. La prova offerta contro il Crotone è stata una spiegazione sufficiente. Lento, compassato, sempre in ritardo sulla palla e nei confronti degli avversari: Honda non sembra 'tagliato' per il calcio italiano, ed una sua possibile conferma in organico potrebbe far pensare più ad una strategia di mercato che lega il Milan all'Oriente che a reali esigenze tecniche. Suso? Peggiore in campo, dopo Zapata. Il suo repertorio appare misero: finta sul sinistro, poi un'altra, poi tira in porta. Il tutto, da solo, senza preoccuparsi minimamente di giocare di squadra. Tutti i giocatori sopraccitati, poco utilizzati nel corso della stagione, avrebbero dovuto, ieri dimostrare di avere voglia matta di giocare, e di essere disposti a tutto per la causa. Invece, così non è stato. E così, caro Milan, non va.
Per puntare in alto, alla zona Champions League, e per sperare di tornare, in breve tempo, vincenti, la società dovrà cominciare ad effettuare, sul mercato, investimenti mirati. Bisognerà capire che, oltre ad un undici titolare potenzialmente in grado di giocarsela con tutti, in gara secca e nelle competizioni a lungo e medio termine, la squadra deve poter disporre di 'riserve' affidabili, forti, di prospettiva, che non facciano tremendamente rimpiangere l'assenza dei titolari quando questi ultimi non ci sono. O quando, come in occasione della Coppa Italia, sono costretti a rinunciare alla loro giornata di riposo per salvare capra e cavoli in campo. Per un Milan nuovamente competitivo, servono almeno 18-20 giocatori di valore: gennaio è dietro l'angolo, ora si corra ai ripari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA