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MILAN, Romagnoli guida Alex: il leader che non ti aspetti

Alessio Romagnoli Milan
Contro il Sassuolo, il giovane Alessio Romagnoli ha cominciato a far vedere le doti che hanno convinto il Milan a sborsare 25 milioni di euro per averlo

Daniele Triolo

Domenica pomeriggio, sconfiggendo 2-1 a 'San Siro' il Sassuolo, il Milan è tornato a vincere in campionato dopo un mese dall'ultimo successo. La squadra rossonera non ha disputato una gara eccelsa, ha sofferto molto a centrocampo, ed ha fatto suoi i tre punti più che altro con il cuore e con il carattere, due qualità che, a lungo andare, nel corso della stagione, serviranno come il pane per uscire da situazioni complicate.

Tra le fila del Diavolo, da sottolineare ci sono state le prove individuali di Alessio Cerci, finalmente positivo e propositivo, del solito Giacomo Bonaventura, forse il migliore in campo del Milan, degli attaccanti Carlos Bacca e Luiz Adriano, entrambi a segno come in occasione della vittoria interna contro l'Empoli, e del redivivo Andrea Bertolacci, il quale, nei 20' in cui è stato gettato nella mischia da Siniša Mihajlović, ha dato prova di essersi calato alla perfezione nei panni di interno di centrocampo.

C'è un giocatore, però, sul quale va focalizzata l'attenzione, e si tratta di Alessio Romagnoli. Il giovane difensore rossonero, passato in estate al Milan dalla Roma per la cifra 'monstre' di 25 milioni di euro, non aveva iniziato nel migliore dei modi la sua esperienza milanista: a Firenze, aveva causato il fallo da rigore costato il raddoppio viola e, nel corso delle successive partite, non aveva mai dato l'impressione di essere una garanzia in retroguardia. Motivo per cui, invece, la società aveva deciso di investire molto su di lui, dietro precisa indicazione dell'allenatore serbo.

Nelle ultime due gare, contro Torino e Sassuolo, però, il 20enne difensore nativo di Anzio ha dimostrato di essere in crescita: comincia ad affinare i meccanismi difensivi con il brasiliano Alex, che ha via via scalzato dal ruolo di titolare dapprima Rodrigo Ely e poi Cristián Zapata, e, soprattutto, appare più sicuro, convinto dei propri mezzi, a suo agio nello schieramento tattico rossonero. Come se si fosse, recentemente, alleggerito di quella pressione che, due mesi orsono, aveva accompagnato il suo trasferimento a Milano. D'altronde, la maglia di un certo Alessandro Nesta è pur sempre un'eredità che pesa.

Contro il Sassuolo, addirittura, così come evidenziato nella telecronaca di 'Sky Sport' da un grande ex difensore quale Giuseppe Bergomi, è stato Romagnoli a guidare i movimenti di Alex: quantomeno singolare, se si pensa che tra i due ci sono ben 13 anni di differenza in favore del centrale verdeoro, il quale, per altro, ha giocato anni ed anni di carriera ad alti livelli con le maglie di PSV Eindhoven, Chelsea, PSG ed ha indossato anche quella della Seleção. Da Romagnoli, al suo secondo campionato da titolare dopo quello trascorso l'anno passato in prestito a Genova nella Sampdoria, non ci aspettava che, dopo appena due mesi, vestisse i panni del leader.

Ogni qualvolta le azioni del Milan partivano dalla difesa, inoltre, era sempre Romagnoli ad assumersi la responsabilità di iniziare a giocare il pallone, in virtù del suo piede sinistro molto educato: come si ricorderà bene, questa era una delle qualità per le quali Mihajlović, in estate, si era tanto prodigato con il Presidente Silvio Berlusconi e l'amministratore delegato Adriano Galliani per portare il ragazzo a Milano. E Romagnoli, dopo un periodo di ambientamento, finalmente comincia a ripagare le attese: l'auspicio è che possa migliorare partita dopo partita, e far ricredere anche gli scettici. Il futuro è tutto dalla sua parte, e guidare la difesa di una squadra come il Milan non può far altro che contribuire, rapidamente, alla sua crescita tecnica, umana e professionale.

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