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MILAN, SENZA MÉNEZ SI PUO’: PROVE TECNICHE DI DIVORZIO

Daniele Triolo

Lo scorso 29 aprile, turno infrasettimanale di Serie A, il Milan di Filippo Inzaghi perdeva rovinosamente a ‘San Siro’ contro il Genoa per 3-1, toccando, forse, uno dei punti più bassi dell’intera stagione e precludendosi,...

Lo scorso 29 aprile, turno infrasettimanale di Serie A, il Milan di Filippo Inzaghi perdeva rovinosamente a 'San Siro' contro il Genoa per 3-1, toccando, forse, uno dei punti più bassi dell'intera stagione e precludendosi, in maniera questa volta definitiva, qualsiasi speranza di accesso alla zona Europa League.

Nella disfatta casalinga contro i pimpanti rossoblu di Gian Piero Gasperini, oltre al danno anche la beffa: Jérémy Ménez, cannoniere rossonero con i suoi 16 centri in campionato, aveva rimediato un doppio giallo, e la conseguente espulsione, che gli avrebbe fatto saltare, quattro giorni più tardi, l'appuntamento del 'San Paolo' contro il Napoli, poi vittorioso 3-0. Il francese, che contava molto probabilmente di rientrare il turno seguente in squadra per affrontare la sua ex squadra, la Roma, non aveva però considerato che gli insulti al Giudice di gara e le reiterate bestemmie lo avrebbero condotto verso una sanzione record: 4 giornate di stop, e rientro in gruppo soltanto per la trasferta di Bergamo, in occasione del congedo del Milan alla stagione 2014-2015.

In un primo momento, la squadra rossonera sembrava potesse accusare la mancanza in campo del suo top scorer (benché il 50% della sua produzione offensiva sia avvenuta, ad onor del vero, dal dischetto degli 11 metri..), uomo in grado di accendersi improvvisamente per cambiare le sorti di un incontro. In realtà, l'assenza di Ménez sembra aver responsabilizzato ulteriormente i suoi compagni, che, nelle due partite successive, hanno fornito prestazioni individuali, e di collettivo, nettamente superiori alla norma rispetto gli standard di questo Milan. Le statistiche parlano chiaro: tra Napoli e Roma, gara vinta per 2-1, i rossoneri hanno tirato di più verso lo specchio della porta e, in proporzione, innalzato il proprio coefficiente di realizzazione. Soltanto un caso? Sembrerebbe di no.

Jérémy Ménez, e questo è certamente fuori discussione, sta disputando la miglior stagione della sua carriera: sotto il punto di vista realizzativo, ma anche mettendo in mostra capacità di leadership che gli erano oggettivamente sconosciute. In questa stagione, l'ex PSG ha deciso anche partite da solo (le gare contro il Parma, contro il Cagliari, l'Udinese, senza dimenticare la bella rete nel derby d'andata e la fuga solitaria con gol sotto la traversa di Palermo), ed è diventato un punto di riferimento in campo per i suoi compagni. Soltanto che, altrettanto spesso, la sua indisponenza e la sua scarsa disponibilità verso la corsa ed il sacrificio per il compagno in difficoltà hanno costituito un suo grosso limite, che non ha tardato a ripercuotersi sul gruppo e sui risultati della squadra. Troppe volte, infatti, da sue giocate ai limiti dell'autolesionismo e del narcisismo, gli avversari ne hanno approfittato per far male al Milan: un episodio su tutti, il contropiede letale dell'Atalanta nello 0-1 firmato Gérman Denis a 'San Siro'.

Squalificato Ménez dalla giustizia sportiva, il Milan si è al contrario compattato, mettendo in mostra uno spirito di squadra apparso latente per quasi tutto l'arco della stagione. A Napoli i rossoneri hanno incassato una brutta sconfitta, è vero, ma hanno giocato 89' più recupero in 10 per l'espulsione istantanea di Mattia De Sciglio, controllato bene gli assalti del Napoli per oltre un'ora, e sullo 0-0 sfiorato anche il vantaggio con un palo centrato di testa da 'Jack' Bonaventura. I movimenti d'attacco sono sembrati più fluidi, con le punte (Destro dall'inizio, Pazzini a gara in corso) maggiormente coinvolte nel cuore del gioco. Contro la Roma, la sinfonia è stata addirittura più aulica: Keisuke Honda, per il secondo anno consecutivo oggetto misterioso, fatto salvo uno scoppiettante inizio di campionato, ha preso in mano la squadra; Mattia Destro ha finalmente fatto quello che si richiede ad un centravanti della sua levatura, e cioè stare al servizio dei compagni e segnare; gli altri si sono sacrificati, tutti, per il comune obiettivo di fare una grande partita. Una partita da Milan.

Il futuro prossimo (la trasferta di Sassuolo, domenica alle ore 12.30) servirà alla società per capire cosa fare in estate di Jérémy Ménez. Il francese ha infatti notevole mercato in Inghilterra ed in Francia, ed il condor Adriano Galliani già pregusta una plusvalenza netta di 13-15 milioni di euro per un calciatore spesso croce e ogni tanto delizia della platea meneghina: le prime voci di mercato parlano di una separazione tra le parti. Ancora un paio di mesi per la risposta definitiva: intanto, in queste settimane, senza dubbio, stanno andando in onda prove tecniche di divorzio.