Dallo scorso 22 agosto ad oggi, lunedì 19 ottobre, sono trascorse soltanto otto giornate del campionato di Serie A. Di queste otto partite, il Milan di Siniša Mihajlović ne ha perse ben quattro, contro Fiorentina (0-2), Inter (0-1), Genoa (0-1) e Napoli (0-4): un rendimento inaccettabile, per una squadra costruita in estate con l'obiettivo di rientrare in Europa dopo due stagioni di assenza, e, soprattutto, dopo che sono stati spesi ben 90 milioni di euro durante il calciomercato estivo per fare in modo che il tecnico serbo potesse guidare una macchina potente anziché la smorta utilitaria 'ammirata' a San Siro negli ultimi due-tre campionati.
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MILAN shock: dopo otto giornate quante bocciature
In questo contesto a tinte fortemente negative, va sottolineato come Mihajlović abbia, di fatto, bruciato anche vari giocatori, sui quali è piovuta una solenne bocciatura, talvolta senza nemmeno prova d'appello, e quando la sessione invernale di mercato appare ancora piuttosto lontana. Sono già sette, infatti, i calciatori che non sembrano godere più della fiducia dell'ex tecnico della Sampdoria, e più precisamente il difensore Alex, i centrocampisti José Mauri e Antonio Nocerino, i trequartisti Keisuke Honda e Suso Fernández Sáez, gli attaccanti Alessio Cerci e Luiz Adriano.
Alex (2 presenze finora), riesumato a sorpresa dalla panchina sabato sera a Torino pur di non far giocare l'inviso Philippe Mexés, all'Olimpico non ha sfigurato, dopo la pessima prova offerta al 'Friuli' contro l'Udinese, ma ha fatto inviperire Mihajlović scippando nel finale del match contro i granata una punizione dal limite dell'area di rigore alla coppia Cerci-Bonaventura. Il difensore brasiliano è in scadenza di contratto a fine anno e, con il pieno recupero fisico di Cristián Zapata, con tutta probabilità, tornerà a scaldare il suo solito posto sulla nuova panca di 'San Siro'. A centrocampo, Mihajlović ha dimostrato, finora, di non credere nelle qualità del 19enne italo-argentino Mauri, presentato come un piccolo portento ma mai preso in considerazione dall'allenatore, nemmeno per una manciata di minuti ogni tanto. La separazione dall'ex Parma, a gennaio, appare sicura. Così come quella da Nocerino (2 presenze), che dopo essere subentrato all'esordio a Firenze, ed essere partito titolare la settimana successiva in casa contro l'Empoli, è sparito dalle rotazioni milaniste. In estate, il giocatore campano era stato tra i rossoneri più in palla; nel giro di due mesi, la situazione si è completamente capovolta: certo l'addio anticipato.
Una sola presenza stagionale, anche questa collezionata in Milan-Empoli 2-1, per lo spagnolo Suso: in quella circostanza, Mihajlović gli offrì il proscenio di 'San Siro' nel vano tentativo di metterlo in luce con l'obiettivo di piazzarlo, a fine agosto, al miglior offerente sul mercato (Genoa o Watford). Il giocatore iberico, però, con un passato piuttosto fallimentare al Liverpool, è voluto rimanere a tutti i costi per giocarsi le sue possibilità a Milano: ebbene, nonostante il tecnico lo abbia fatto partire titolare nelle due amichevoli disputate durante le pause del campionato contro Mantova e Monza, Suso non ha mai brillato, facendo sorgere più di qualche dubbio sulla sua effettiva adattabilità al calcio italiano ed ad una squadra come il Milan. Honda (5 presenze) non gioca titolare da tre partite consecutive, contro Genoa, Napoli e Torino: mai decisivo, mai uno spunto, dal passo lento e compassato, il giapponese ha 'alzato la cresta' nel postpartita contro i partenopei, attaccando la società per l'operatività sul mercato e l'allenatore, reo di non considerarlo come dovrebbe. Logica conseguenza, la bocciatura, e, probabilmente, la cessione già a gennaio.
Chiusura dedicata ai due attaccanti finiti “dietro la lavagna”, Cerci (4 presenze) ed Adriano (8 presenze, 1 rete). L'ex torinista, che proprio in Piemonte ha collezionato la sua prima partita da titolare, viene spesso schierato fuori ruolo, e costretto a giocare troppo lontano dalla porta, ma, al di là di questo, va detto come difficilmente, nei suoi 10 mesi di esperienza milanista, ha offerto anche solo lampi della sua classe. Il 4-3-3, modulo che Mihajlović ha deciso di adottare d'ora in avanti, potrebbe favorire il suo continuo utilizzo, ma attenzione: Jérémy Ménez è vicino al rientro, ed il nome di Cerci resta sempre sottolineato in rosso fisso. Luiz Adriano aveva illuso i tanti sostenitori del Diavolo: preso a luglio per appena 8 milioni di euro, presentato come un cannoniere da 128 reti con la maglia dello Shakthar Donetsk, e annunciato come un top player, il brasiliano è finito rapidamente sul banco degli imputati. Guizzo contro il Perugia il 15 agosto in Coppa Italia, replica (perentorio colpo di testa) contro l'Empoli due settimane più tardi, poi più nulla. Tanto movimento, moltissimo fumo, pochissima sostanza. Luiz Adriano, di decisivo, ha veramente poco, e, pertanto, dalla partita contro il Sassuolo finirà in panchina per far giustamente spazio al letale Carlos Bacca.
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