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Il sereno è durato solo tre giornate in casa Milan, il pareggio con l’Atalanta ma soprattutto la prestazione sottotono, ha scatenato di nuovo la tempesta. Dati alla mano 10 punti nelle ultime quattro giornate non sono poi così male, soprattutto se il metro di paragone sono le due stagioni passate. Il bicchiere è mezzo pieno, ma c’è chi lo vede sempre mezzo vuoto e non sto parlando dei tifosi. Il Milan deve tornare a convincere non solo il proprio pubblico, ma anche il presidente, in primis il presidente: è lui l’eterno insoddisfatto. Il Milan vince e non convince, perde e tutti vengono messi in discussione, pareggia ed é come se avesse perso. Mihajlovic a rischio, leggevo oggi su alcune testate, ma a rischio di cosa? Alle fine il Milan dopo un inizio in sordina sta piano piano recuperando e con 20 punti dopo 12 giornate, considerando l’andamento del campionato, può ancora dire la sua. Bisogna essere concreti e Berlusconi non lo è.
Il Milan non é una squadra da scudetto, analizzando i singoli forse potrebbe anche esserlo, ma si parla di squadra nel complesso e decisamente i rossoneri non possono puntare così in alto. Mihajlovic è dovuto partire da zero facendosi carico di una squadra ridotta a brandelli e nonostante gli innesti non può fare miracoli. L’obiettivo del serbo é il terzo posto, che non significa accontentarsi, ma riconoscere i limiti di una squadra con margini di crescita, che ha bisogno di conoscersi e lavorare per fare il salto di qualità. Lavorare é il diktat, ma i frutti si potranno raccogliere forse solo dal prossimo anno. Non si può avere tutto e subito, Berlusconi dovrebbe riconoscerlo.
Gli 86 milioni spesi nel mercato estivo non sono stati inutili, era necessario investire per migliorare il presente e tornare competitivi nel futuro. Per scrivere una storia diversa oggi, la rivoluzione doveva essere fatta prima, quindi ora non ci resta che aspettare che faccia il suo corso!
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